Poesia di Roberta D’Aquino
La notte più bella rimane
quella in cui dormimmo abbracciati in una piazza
una rosa dal gambo reciso alzava la testa
io tenevo l’orecchio appoggiato a sentire la vita
e tu pensavi: sarà infinita, questa partita
No, non era infinita. Sei andato, volato, sparito.
Forse cerchi ancora indolente un tabacchi.
Ora dormo sul fianco sinistro tutte le notti
mi cingo le braccia intorno al collo
a volte lo massaggio a volte mi accarezzo le spalle
a volte il mio peso preme così forte sul seno che mi fa male.
Un tamburo la pelle tesa bene
– tum – tum – tum
Il rumore costante e profondo e tu
che tra le braccia e il petto plasmi anche l’aria.
Non c’è pericolo che vada. Dove vuoi che vada?
La notte io dormo tranquilla sul lato sinistro
sento il tuo corpo a conchiglia che mi stringe
e sbadiglia
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