Di Louis Pauwels e Jacques Bergier
Saggio pubblicato nel 1960 da Louis Pauwels e Jacques Bergier, entrambi appassionati di occultismo. È considerato tra i testi appartenenti al filone del cosiddetto realismo fantastico. Una differente visione del mondo può giungere mettendo in relazione fatti diversi in maniera inconsueta, o avanzando ipotesi che siano, per quanto improbabili, fuori dall’ordinarietà.
“Anche un’epoca di oppressione è degna di rispetto, perché essa è opera non degli uomini ma dell’umanità, dunque della natura creatrice, che può essere dura, ma non è mai assurda. Se l’epoca che noi viviamo è dura, abbiamo tanto più il dovere di amarla, di penetrarla con il nostro amore, fino a quando non avremo spostato le pesanti masse di materia che nascondono la luce che risplende dall’altra parte”
“Non bisogna contare troppo su Dio, ma forse Dio conta su di noi”
“Inventai la favola della scimmia e della calabaza. Gli indigeni, per catturare viva la bestia, fissano ad una palma da cocco una calabaza contente arachidi. La scimmia accorre, infila la mano, afferra le arachidi, serra il pugno. Allora non può più ritirare la mano. Ciò che ha afferrato la tiene prigioniera. Bisogna palpare, esaminare i frutti-trappola, poi ritirarsi con destrezza. Soddisfatta una certa curiosità, conviene riportare agilmente l’attenzione sul mondo i cui siamo, riconquistare la nostra libertà e la nostra lucidità, riprendere il nostro cammino sulla terra degli uomini alla quale apparteniamo”
“In verità ci si rifiuta a questo sforzo, non per timore dello sforzo, ma perché si ha il presentimento che esso porterebbe come conseguenza un mutamento dei modi di pensare e di esprimersi, una revisione dei valori fin qui ammessi”
“Senza dubbio la libertà è conciliabile con questo eterno presente. “Il passeggero che risale la Senna in battello sa prima quali ponti incontrerà. Egli non è meno libero nelle sue azioni, non è meno capace di prevedere ciò che potrà accadere nel tragitto”. Libertà di divenire, in seno ad una eternità che è. Duplice visione, meravigliosa visione del destino umano legato alla totalità dell’universo!”
“La prima idea veramente feconda è che vi è uno spostamento di fini. Un cavaliere delle crociate, se tornasse tra noi, domanderebbe subito perché non si utilizza la bomba atomica contro gli infedeli. Di cuore fermo e di intelligenza aperta, alla fine dei conti, egli sarebbe sconcertato meno dalle nostre tecniche che dal fatto che gli infedeli hanno ancora metà del Santo Sepolcro, mentre d’altra parte l’altra è nelle mani dei Giudei. La cosa che non capirebbe è una civiltà ricca e potente, la cui ricchezza e potenza non siano esplicitamente consacrate al servizio e alla gloria di Gesù.”
“Gli antichi erano indubbiamente malvagi quanto noi, ma lo sapevano. Quella saggezza li induceva a porre delle barriere. Una bolla papale condanna l’impiego del treppiede destinato a tener fermo l’arco: quell’arnese, aggiungendosi ai mezzi naturali dell’arciere, avrebbe reso il combattimento inumano. La bolla fu rispettata duecento anni. Orlando a Roncisvalle, abbattuto dalle fionde saracene, esclama: “Maledetto sia il vile che inventò armi capaci di uccidere a distanza!”…. a furia di emancipare tutto, abbiamo emancipato anche la guerra”
“Il secondo di questi libri sarebbe dedicato alla fisiologia. Insegnerebbe tra l’altro il modo di uccidere un uomo toccandolo: provocando cioè la morte per inversione del flusso nervoso (Ken Shiro? blink.gif )”
“Se io sono salito così in alto è perché ero sulle spalle di giganti” (Newton)
“Noi possiamo più di quanto sappiamo…Benché tutto non sia permesso, tutto è possibile” (Ruggero Bacone)
“Alcuni anni dopo Hiroshima Oppenheimer doveva dichiarare “In un senso profondo che nessuna canzonatura a buon mercato potrebbe cancellare, noi scienziati abbiamo conosciuto il peccato”. E mille anni prima un alchimista cinese scriveva “Commetteresti un terribile peccato se svelassi ai soldati il segreto della tua arte. Fa attenzione! Che non ci sia neanche un insetto nella stanza dove tu lavori!”
” Viviamo in un regime di inquisizione in cui l’arma più frequentemente impiegata contro la realtà non conformista è il disprezzo accompagnato dallo scherno.”
“Una bella mattina del giugno 1940, il cielo di Parigi si oscura, l’aria si impregna di vapori di benzina e sotto la nuvola immensa che annerisce i visi scomposti dallo stupore, dal terrore, dalla vergogna, una civiltà vacilla, milioni di esseri fuggono a caso, sulle strade mitragliate. Chiunque abbia vissuto questo, e conosciuto anche il crepuscolo degli dei del Terzo Reich, può immaginare la fine di Cordoba e di Granada, e mille altri fini del mondo, nel corso dei millenni. Fine del mondo per gli Incas, fine del mondo per i Toltechi, fine del mondo per i Maya. Tutta la storia dell’umanità: una fine senza fine…”
“Forse risulterà loro evidente che l’idea di una continua e lenta evoluzione della intelligenza, di un continuo e lungo progredire del sapere, non è un’idea sicura ma un tabù che noi abbiamo eretto per crederci beneficiari, oggi, di tutta la storia umana. Perché le civiltà passate non avrebbero conosciuto folgorazioni improvvise durante le quali la quasi totalità della conoscenza sarebbe stata loro svelata? perché ciò che avviene talvolta nella vita di un uomo, l’illuminazione, l’intuizione folgorante, l’esplosione del genio, non si sarebbe prodotta più volte nella vita dell’umanità?”
“Alcune credenze e leggende che l’antichità ci ha lasciato sono radicate così universalmente e profondamente, che abbiamo preso l’abitudine di considerarle vecchie quasi quanto l’umanità stessa. ora, si è indotti a cercare fino a che punto l’uniformità di molte credenze e leggende sia un effetto del caso, oppure fino a che punto potrebbe essere il riflesso dell’esistenza di un’antica civiltà, del tutto sconosciuta e insospettata, e di cui sarebbe scomparsa ogni altra traccia”
“Perché la storia avrebbe il privilegio, sulle altre scienze moderne, di poter spiegare tutti i fenomeni in modo soddisfacente per la ragione?”
“L’uomo comune, carnale e sensuale, non sarà mai un gran santo. Né un gran peccatore. Noi siamo, la maggior parte, soltanto esseri contraddittori e, tutto sommato, trascurabili. Seguiamo la nostra strada di fango quotidiano, senza capire il significato profondo delle cose, ed è per questo che il bene e il male, in noi, sono identici: occasionali, senza importanza”
“Ora bisogna scegliere, essere con noi o contro di noi. Mentre Hitler pulirà la politica, Hans Horbiger spazzerà via le false scienze. La teoria del ghiaccio eterno sarà il segno della rigenerazione del popolo tedesco.”
“…quando i giganti erano ancora mescolati agli uomini
nei tempi in cui mai nessuno parlò” (Hugo)
“La nostra mente rifiuta di ammettere che la Germania nazista incarnasse i concetti di una civiltà senza rapporto con la nostra. E tuttavia è proprio questo, e nient’altro, che spiega questa guerra, una delle sole della storia conosciuta, la cui posta sia stata realmente essenziale. Bisogna che una delle due visioni dell’uomo, del cielo e della terra, trionfasse, quella umanistica o quella magica. Non era possibile la coesistenza, mentre volentieri si immaginano coesistenti il marxismo e il liberalismo: essi poggiano sulla stessa base, appartengono allo stesso universo”
“Voi non sapete niente di me, i miei camerati del partito non hanno alcuna idea dei sogni che mi visitano e del grandioso edificio le cui fondamenta almeno saranno state poste quando morirò…il mondo è ad una svolta decisiva, eccoci alla cerniera dei tempi…ci sarà uno sconvolgimento del pianeta, che voi non iniziati non potete capire…ciò che accade è più dell’avvento di una nuova religione…” (Hitler)
“Sarebbe facile evitare le apparizioni e i loro pericoli. Basterebbe che tu ti comportassi da uomo comune. Ma cosa hai guadagnato per questa via? Resti un prigioniero nella prigione del tuo corpo fino a quando il carnefice <morte> non ti condurrà al patibolo”
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