Racconto di Maria D’Urso
(Prima pubblicazione – 21 febbraio 2019)
Prince era arrivato ad Agrigento tre anni fa su uno di quei barconi che fanno acqua da tutte le parti ma sono carichi di speranza per una vita migliore.
Aveva ventidue anni ed un sorriso meraviglioso, aveva preso poche cose dalla sua misera casa in Nigeria, un braccialetto che gli aveva regalato sua madre e uno zainetto rosso con il suo libro di chimica “La stechiometria”, una parola difficile ma che racchiudeva un mondo, il suo mondo.
Prince aveva studiato tanto nel suo Paese ma in Italia i suoi studi non erano validi e doveva sostenere qualche esame per farsi convalidare il titolo di dottore in chimica. I suoi genitori, rimasti in Nigeria, sarebbero stati molto orgogliosi, i suoi fratellini si sarebbero vantati di avere un “dottore” in famiglia e avrebbero fatto urletti di gioia al telefono perchè quel ragazzone dal sorriso disarmante avrebbe finalmente trovato un lavoro dignitoso e sicuramente avrebbe potuto mandare un po’ di soldi alla sua famiglia.
Un giorno Prince ricevette una telefonata e da quel giorno la sua espressione non fu più la stessa, il suo sorriso si spense per sempre, la parola “clandestino” iniziò a risuonare nelle sue orecchie e quelle persone che un tempo gli avevano teso una mano, all’improvviso lo allontanarono come se fosse un delinquente, un poco di buono. La notte piangeva stringendo il suo libro di chimica che sapeva ancora di Africa, di famiglia, di amore.
Una mattina si alzò, prese l’autobus per arrivare alla facoltà di chimica e con il cuore impietrito entrò nella biblioteca, vide tanti ragazzi intenti a studiare, silenzio assoluto, qualche sorriso per distendere la tensione degli esami che si avvicinavano, formule scritte su quaderni a quadretti e una tavola periodica. Prince si chinò su un tavolo, lo toccò come se fosse un mobile antico, di valore, le lacrime scesero lo stesso anche se avrebbe voluto trattenerle e decise di andare via.
Il suo corpo venne trovato, poche ore dopo, dilaniato sui binari della stazione, insieme a tutta la sua speranza.
Sul tavolo della biblioteca della facoltà di chimica c’è ancora un libro di stechiometria in inglese…nessuno ha mai saputo di chi fosse.
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