Racconto di Irene D’Angelo
(Seconda pubblicazione – 19 marzo 2019)
C’è un libro nel mio cassetto, che forse non finirò mai di scrivere.
Comincia dalla fine. E io non riesco a trovare un inizio adeguato.
Erano amanti.
Lui bello. Aveva tante donne e gliene parlava. Come si fa con un amico.
Lei non si sentiva tale. Si chiedeva spesso come fosse possibile.
I loro incontri erano un’oasi per lei. Ma temeva.
Immaginava che sarebbe finito presto.
Non parlava di questo.
Non voleva importunarlo con la sua angoscia.
E fingeva.
Di dare meno importanza, a loro, di quella che in realtà viveva.
Era molto giovane rispetto a lei. Ma non era importante.
Lui sembrava che capisse, e le diceva sempre: ” Come fai a dire che non abbiamo una relazione? Io non ho mai legato me ad una donna come con te”
Si rasserenava per un po’…..
Tutto filava liscio.
Lui ebbe dei problemi in famiglia e lei con il garbo che la contraddistingueva, non lo importuno’.
Alcune settimane, passarono in silenzio.
Pensava sempre a lui!
Di colpo lui si riaffaccia e fa:” Mi sei mancata , ti andrebbe di vederci?”
Andò a quell’ appuntamento col cuore in gola e l’animo scuro.
Sapeva sarebbe stato l’ultimo!
Non curò il suo abbigliamento come al solito. Voleva mostrargli il suo affetto attraverso gli occhi.
Semplicemente.
Lo intravide in lontananza. Bello più di sempre, se possibile.
Dimagrito e stanco.
Non le venne incontro, era imbarazzato.
Lo abbracciò, senza toccarlo, con l’anima.
Avrebbe voluto sussurrare che lo amava, ma si limitò a sperare che lo capisse.
I patti erano: “Senza amore!”
Fu uno strano incontro. Lui raccontò tanto. Tante cose mai dette. Avrebbe potuto pensare che fosse un nuovo inizio.
Ma non era stupida.
Lui le stava mostrando solo chi fosse in realtà. E non era quello a lei noto.
Lei mostrò di essere la confidente rassicurante di sempre, ma aveva un tale nodo in gola!
Riusciva a sorridere però!
Mentre lui parlava lei era altrove.
Come in film rivedeva le scene passate dei loro incontri. Il primo in particolare, quando restò fulminata dalla sua figura.
La sua voce l’aveva catturata come in una morsa, e mai più lasciata.
Ma riusciva ad ascoltare. Era come essere in due. Quella vera, che teneva sempre nascosta. E quella che conoscevano tutti e di cui tutti si fidavano.
Le parlò a lungo della sua famiglia, delle problematiche che lo affliggevano.
Candidamente, disse di colpo: “Amo mia moglie e la sto perdendo. Devo tornare indietro e dedicarmi solo a lei”.
Era contenta!
Disperata ma contenta.
Lui continuò così:” Per aver capito questo devo ringraziare te. Per tutte le cose che mi dici quando mi fai notare i miei errori. Tu hai sempre fatto il tifo per la mia famiglia. Sembra cosi strano! Forse se tu fossi stata mia moglie, non avrei cercato altrove”.
Adesso lei era arrabbiata. Lui stava cominciando a fingere. Stava per dirle che non si sarebbero più visti e voleva indorarle la pillola.
Fece per abbracciarla, ma lei si ritrasse. Non era più il suo lui.
“Io ho bisogno di te” le disse con quello sguardo che le piaceva tanto.
Lei avrebbe detto tante cose, ma non poteva. Avrebbe pianto. Ma fu solo un attimo.
E con la grazia innata che aveva, gli accarezzò’ il viso dicendo:” Tesoro mio, non hai bisogno di me.
Corri a casa e comincia stasera stessa. Adesso però devo andare, mi si è fatto veramente tardi!”
Fece per andarsene voltandosi.
Lui la strinse forte. Ma non poté ricambiare.
Riuscì solo a dirgli:
“A presto”!
Camminò tanto quella sera. Forse. O forse si fermò a pensare. Non ricorda.
Si erano ripromessi di rimanere sempre amici, ma lei non si faceva sentire.
Quando un amante dice di voler dedicarsi alla sua famiglia non va disturbato.
Se ha detto la verità è giusto che sia così.
In caso contrario è lui a non voler essere più disturbato. Aspettando a lungo che lui le facesse almeno un saluto, i giorni passarono. Si consumava in quella attesa che però la manteneva viva. Sobbalzava ogni volta che il telefono squillava sperando di sentirlo
Lui, però, non l’ha più chiamata!
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