Racconto di Alessandro Gramegna
(Prima pubblicazione)
“RaccontiConParola-2”
Tra la pioggia incessante che picchiettava contro le persiane e i mille pensieri nella testa, quella notte non riusciva a prendere sonno. La solitudine nel buio era però riempita dalle emozioni ancora vive dell’ultimo incontro con Paolo.
Smaniava per poterlo rivedere, affondare il proprio corpo tra le sue braccia e ritrovare la passione che li aveva conquistati.
Per Valentina l’atletico quarantenne dagli occhi azzurri fu un colpo di fulmine.
Lo conobbe una sera in palestra, quando se lo trovò di fianco a pedalare sulla cyclette. Gambe e pettorali possenti, asciugamani sul collo e borraccia pronta per l’uso, risvegliarono nella trentacinquenne milanese sensazioni da tempo dimenticate. Dai primi sorrisi, lo scambio dei numeri di telefono, l’aperitivo e poi la cena, il passo fu breve. Lunga fu però la serata che passarono dopo, a casa di lei dove presto il letto diventò la loro alcova.
La notte insonne la catapultò al mattino seguente, in attesa dell’appuntamento dallo psicologo. L’improvvisa e irruenta passione per Paolo, sommata a qualche piccolo problema personale ed esistenziale non risolto, l’avevano convinta a rivolgersi a uno specialista della mente, con la speranza di poter seguire un percorso che l’avrebbe riconciliata col passato e preparata per vivere al meglio ciò che la vita le stava offrendo.
Una doccia rinfrescante dopo la colazione fatta con biscotti integrali e una bevanda all’avena, una sistemata ai lunghi capelli neri, comodi jeans e un maglioncino verde scuro in cotone e si avviò verso lo studio dello psicologo.
Dopo una ventina minuti, complice il traffico ridotto di metà mattina, arrivò a destinazione.
Parcheggiata l’auto, percorse a piedi il viale alberato in cui si potevano ammirare le fioriture viola delle piante di glicine e respirare il loro inebriante profumo.
Salutò il custode all’entrata, salì le scale fino al terzo piano dove l’accolse la giovane assistente del professionista, invitandola ad accomodarsi nella limitrofa e ampia sala d’attesa.
Trovò seduta una donna, già vista la volta precedente: si sorrisero e colsero l’occasione per presentarsi. Si chiamava Diletta, di qualche anno più giovane di Valentina e fisicamente più minuta e dai capelli scuri, con taglio corto e mosso.
Mentre aspettavano il proprio turno, entrarono presto in sintonia e cominciarono a parlare delle rispettive vite e del motivo per cui erano in quella stanza.
“Dopo essere stata lasciata a un passo dall’altare, ho passato diversi mesi nella piena disperazione e, come se non bastasse, mio padre fu colpito da un infarto fulminante e morì mentre si trovava sul divano a guardare la televisione, in compagnia di mia madre”, iniziò Valentina, con gli occhi lucidi come se fossero passati solo pochi giorni da quei tristi eventi.
“Non sei riuscita a superare queste cose quindi?”, le domandò Diletta curiosa.
“In parte diciamo di sì ma non è questa la motivazione che mi ha portato qui. Dopo svariati anni da sola, da qualche mese sto frequentando un ragazzo che mi ha fatto letteralmente perdere la testa. Non ci crederai, ma la nuova situazione, seppur positiva ed entusiasmante, mi ha provocato un’ansia e una paura, a volte ingestibili. E tu?”
“Io sono sposata da sei anni con Giampiero. All’inizio fu l’amore travolgente per l’uomo affascinante e gentile, poi il tempo passa e si cambia. I rapporti si evolvono, con la nascita dei figli si trasformano ed eccomi qui. Quello che era mio marito, il mio primo confidente, è diventato quasi un estraneo, assente e impegnato soprattutto nel lavoro.”
Continuarono a parlare per diversi minuti e, mentre si confidavano, entrambe avvertirono una sensazione di sollievo, utile per affrontare con minor tensione la seduta con lo specialista.
Decisero di scambiarsi il numero di telefono.
Nel corso della settimana successiva, a causa dei vari impegni si sentirono solo tramite messaggi.
Valentina riuscì a rivedere Paolo. Dopo una cena a base di pesce preparata con cura dalla giovane calabrese, complice qualche bicchiere in eccesso di un buon vino bianco, si adagiarono sul divano in finta pelle nera e si abbandonarono all’amore. I problemi raccontati allo psicologo sparirono subito e lasciarono il posto alle emozioni più sicure che solo quei momenti potevano trasmetterle. Mentre il suo corpo si muoveva in sincronia con quello di Paolo, la avvolse la speranza di un rapporto duraturo con chi le aveva fatto riscoprire la voglia di amare.
Diletta invece, dopo svariati tentativi, una sera prese coraggio e obbligò Giampiero a parlare della loro relazione.
“Mi vuoi spiegare perché è da tempo che mi stai evitando e perché non mi cerchi più?”, gli chiese categorica Diletta, rincuorata di aver tirato fuori l’argomento.
“Tesoro, cosa dici? Tu sei e resterai sempre mia moglie. Devi aver pazienza in questo periodo, il lavoro mi sta snervando e se sono un po’ distante, non ti devi preoccupare.”
Alcuni giorni dopo, le due donne organizzarono un aperitivo per raccontarsi la settimana trascorsa. Valentina si congratulò con Diletta per il passo che aveva fatto e curiosa chiese all’ormai amica di farle vedere una foto del marito.
Diletta cercò nel telefono una delle immagini migliori di Giampiero: Valentina si stupì della sua bellezza e non solo.
Continuarono a frequentarsi e condividere le loro vite sempre più spesso, fino a iscriversi insieme a un corso di yoga.
Una sera, al termine della lezione, Diletta si fece venire a prendere in auto dal marito.
Fuori dalla palestra andò incontro all’uomo che la stava aspettando appoggiato alla vettura.
“Ciao caro, aspetta un attimo che ti devo presentare un’amica”, le disse la donna mentre si apprestava a sistemare il tappetino in spugna nel bagagliaio.
“Buona sera, come ti devo chiamare, Paolo o preferisci Giampiero?”, affermò sarcastica Valentina.
“Ringrazia questa splendida donna che ha avuto la forza di confidarsi e di decidere con me questo momento. A mai più.”
Un mese dopo, giusto il tempo di organizzarsi per lei e i figli, Diletta si separò dal marito Giampiero.
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