Racconto di Fabio Losacco

“RaccontiConParola-2”

 

“Per cortesia Irina può portarmi in terrazza? Vorrei respirare un po’ d’aria fresca.”

Irina lo guardò e si chiese se fosse il caso di dargli retta.

Era quasi Natale, il cielo minacciava neve e fuori si gelava, quindi le venne naturale pensare che, per un paraplegico, non fosse poi così opportuno esporsi alle intemperie invernali.

“E’ proprio sicuro dottore?’ Non credo sia il caso di stare fuori con questo brutto tempo. Magari è meglio se la metto vicino alla finestra e apro solo uno spiraglio.”

Valentino si girò verso di lei mostrando la sua espressione peggiore, con la mascella serrata, le narici dilatate e gli occhi cattivi. Quella che più di tutte poteva fare paura.

“Irina, io le pago lo stipendio e se le fa piacere continuare a percepirlo, penso sia meglio che faccia ciò che le chiedo risparmiandomi quelle che possono essere le sue considerazioni,”

Poche parole, ma decise quel tanto che bastava per rendere inutile ogni replica. Così Irina, la signora ucraina che lo accudiva ormai da diverso tempo, obbedì senza aggiungere nient’altro, perché farsi i fatti propri rimaneva, ad ogni latitudine, sempre la migliore delle scelte possibili.

Intanto fuori il vento aveva preso a soffiare facendo gelare le mani e il viso di Valentino, ma non era un problema perché lui trovava la cosa piacevole e, dopo l’incidente che gli aveva tolto l’uso della parte inferiore del corpo, non poteva certo essere un po‘ di freddo a spaventarlo.

Intanto qualche piccolo fiocco di neve umida che non avrebbe mai attaccato al suolo aveva preso a cadere lentamente e lui, dopo aver respirato a pieni polmoni l’aria gelida, aveva puntato gli occhi sulla solita finestra.

Era martedì e sapeva che di lì a poco avrebbe avuto qualcosa di molto interessante da guardare.

 

2

 

“Perché non chiudi le tende? Di solito siete sempre voi donne a essere pudiche e ad avere paura di farvi vedere.”

Erica indossava solo reggiseno e perizoma e stava in piedi di fronte alla finestra. Non era più giovanissima, avendo i quaranta oramai alle spalle ma, ciò nonostante, era ancora una splendida donna dal corpo tonico, forme morbide e lunghi capelli castani che le arrivavano fino ai seni, tondi e importanti, di cui da sempre era stata orgogliosa.

“A me invece piace l’idea che qualcuno possa vedermi mentre sto scopando e non credo ci sia nulla di male in questo.”

Aldo non rispose, ma del resto cosa gli importava? Frequentava Erica da circa un mese, aveva più di vent’anni meno di lei e tutto questo gli piaceva da matti.

Lei infatti era la risposta perfetta alle preghiere di un giovane maschio cresciuto con Youporn e Pornhub e che adesso si trovava di fronte alla stupenda MILF che aveva sempre desiderato e sognato.

Erica infatti, oltre a essere affascinante e disinibita, possedeva una tendenza esibizionista che la poneva esattamente all’opposto di tutte le ragazze che aveva frequentato in passato e che facevano della pudicizia il proprio biglietto da visita.

Lei invece lo portava in quel piccolo monolocale e si faceva scopare appoggiata al davanzale mentre lui, standole alle spalle, si muoveva con decisione dentro di lei.

Cosa avrebbe potuto desiderare di più un ragazzo di venti anni?

“Dai, chiudi la finestra e vieni a letto che fa freddo!”

Erica gli sorrise.

“A me non fa freddo” disse mentre si toglieva il reggiseno e subito anche Aldo iniziò ad avvertire una vampata di calore.

“Allora lascia pure aperto se ti va” le disse scostando la coperta per farle posto.

“Non ho voglia di venire a letto. Piuttosto, vieni tu qui.”

Aldo non se lo fece ripetere e la raggiunse alla finestra

“Ma tu cosa racconti a tuo marito quando vieni qui?”

Lei gli rispose solo con un sorriso impercettibile, pensando a quanto potessero essere ingenui i giovani maschi.

 

3

 

Valentino la vide affacciarsi a seno nudo e si riempì gli occhi di quel corpo ancora così attraente.

Lei appoggiava le braccia al davanzale fumando una sigaretta e guardandosi intorno. Aveva un rossetto acceso ed un’espressione dolce ma provocante che la faceva apparire come la versione blasfema di una madonna del Trecento. L’ombra di un uomo le comparve alle spalle e delle giovani mani le afferrarono il petto, stringendolo con decisione. Un istante dopo iniziò a oscillare sotto i colpi del suo amante e Valentino sentì sul viso il rossore infocato dell’eccitazione. Un colpo più forte del suo amante le fece sfuggire la sigaretta dalle labbra e lui ne seguì la traiettoria fino al marciapiede, dove esplose in una minuscola cascata di scintille.

In quel momento, l’uomo che era con lei la fece girare verso di sé baciandola con voluttà.

Forse adesso l’avrebbe voluta trascinare sul letto ma lei oppose resistenza, così il loro amplesso continuò offrendosi allo sguardo ammirato di Valentino.

“Dottore non è meglio rientrare in casa? Ora ha anche iniziato a nevicare” gli chiese Irina, ma lui non le rispose nemmeno.

 

4

 

“Com’è andata al lavoro?” chiese Valentino a sua moglie che stava distesa al suo fianco.

“In ufficio è sempre il solito noioso tran tran, ma in fondo mi va bene così.”

“E i tuoi colleghi che dicono? Scommetto che dopo il mio incidente saranno diversi quelli che ti ronzano intorno per portarti a letto.”

Lei rise.

“Voi uomini sapete essere peggio degli avvoltoi, ma io non sono proprio pane per i loro poveri denti!”

Detto questo si voltò verso di lui, lo abbracciò e lo baciò. Il seno della donna era a malapena nascosto dalla sottile camicia da notte e, nonostante fossero sposati da quasi vent’anni, a quella vista Valentino avvertì ancora una scossa.

“E il tuo nuovo ragazzino com’è? È bravo a letto?”

Lei continuo a baciarlo.

“Sai bene che non lo facciamo a letto, se no tu non potresti vedere nulla” gli rispose. “Io invece adoro sapere che tu mi possa vedere mentre lo sto scopando.”

“Anche a me eccita da morire!”

Lei continuò a baciarlo e poi prese ad accarezzarlo.

“Comunque non è bravo come te. Tu eri tutta un’altra cosa.”

Valentino sorrise.

“Adesso però dobbiamo accontentarci” disse lui.

Erica non rispose ma continuò a baciarlo.