Racconto di Maria D’Urso
(Terza pubblicazione – 16 marzo 2020)
In questi giorni in cui sono vietati anche gli abbracci e il mondo diventa asettico e pericoloso mi viene in mente un’immagine della mia infanzia: io e mia nonna che mangiamo l’uovo alla coque sedute al tavolo addossato alla stufa a legna, al calduccio della sua casina, io che la prendo in giro facendola ridere a crepapelle con quella risata rumorosa che le faceva alzare le spalle e sconquassare il petto e lei che mi prende il naso fra le dita ossute chiamandomi “spirito di patate”.
Quando sono angosciata, quando ho paura, mi ritorna sempre il ricordo di questo momento felice della mia vita, forse perché mi rassicura, mi rilassa, mi scalda il cuore, forse perché in quella stanza, con l’unica nonna che ho conosciuto, mi sentivo protetta da tutti i mali del mondo e sono convinta che, il mio angelo custode, quello dipinto sul suo quadro, sia sempre stata lei.
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