Poesia di Cristina Biolcati
(26 dicembre 2020)
Raccoglierò vertigini
nella fissità della notte,
gli inesprimibili silenzi
dati dal vuoto di parole.
Attraverserò un bosco
divenuto muto e bianco,
come averno da ricreare.
Anche l’estate più accesa
si allontanerà su una barca
carica di fiori cupi e morti.
Cosa sia l’amore non lo so,
ma ne avverto già l’abisso.
Mentre divago ti dico torna,
con la convinzione che tu sia
vertigine, bosco cheto, brace.
Una follia che arretra e sosta,
solo quando il mondo tace.
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