Di Liliana Vastano
(28 marzo 2021)
Siamo rimasti tutti sorpresi quando il Ministro Franceschini ha comunicato che l’isola di Procida sarebbe stata Capitale della cultura 2022. Tutti sorpresi, dunque, ma non i procidani che da tempo si erano impegnati affinchè il sogno si realizzasse. Procida, un sasso di lava scagliato in mare dal vulcano Epomeo di Ischia, è uno scrigno di cultura e biodiversità, un piccolo angolo di Paradiso che solo da qualche decennio, dopo la definitiva chiusura del penitenziario, ha conosciuto il flusso turistico, fortunatamente molto contenuto, grazie alla saggezza dei suoi amministratori. Svelata al grande pubblico dal film Il postino di Troisi, per noi appassionati lettori è e sarà per sempre l’isola di Arturo, dall’omonimo romanzo di Elsa Morante che vinse lo Strega nel 1954 e da cui fu tratto anche un film. Questo romanzo, che negli ultimi tempi ha avuto un’impennata di vendite, unitamente all’evento del 2022 ha acceso la curiosità sulle molte tradizioni procidane, prima fra tutte la processione in mare del Venerdi Santo, consentendoci di scoprirne anche altre, ancora nascoste, come la “lettura” dei quadrilli legata strettamente alla religiosità femminile. I quadrilli, come suggerisce la parola, sono dei quadri di piccole dimensioni con al centro una reliquia consistente in un pezzetto di velo appartenuto alla Madonna dei sette veli di Foggia. Tutt’intorno alla reliquia, ricami, pietruzze colorate, intarsi a seconda della fantasia e delle possibilità economiche della famiglia di appartenenza. Il culto di questi oggetti fu introdotto da S. Alfonso Maria de Liguori e, se pur diffuso in altre zone del sud Italia, solo nell’isola di Procida è stato conservato. Le uniche che potevano “leggere” erano le monache di casa o bizzoche, ai nostri giorni è consentito anche alle donne sposate purchè molto legate alla Chiesa. Si dice che le “lettrici” vedano il vetro che ricopre la reliquia come fosse uno specchio e che vi leggano il “presente nascosto”, il futuro nonché i sentimenti profondi dell’animo umano. A volte queste letture possono considerarsi ai limiti della magia ma la gente ci crede e così sia. A Procida si conservano moltissimi esemplari di quadrilli, alcuni bellissimi e preziosissimi, appartenenti esclusivamente a privati. L’anno prossimo sono previste già iniziative legate a questa tradizione e finalmente i quadrilli saranno svelati ad un pubblico più vasto e chissà se qualcuno, un giorno, parlando di Procida non possa chiamarla “L’isola dei quadrilli”.
Articolo molto interessante.