Articolo di Liliana Vastano
(23 maggio 2021)
Stanislao Nievo è stato un uomo di grande spessore culturale: poeta, scrittore, giornalista, regista, cultore delle opere del suo celebre prozio Ippolito. A lui dobbiamo l’idea che ha dato impulso in Italia e in Europa alla creazione dei Parchi letterari. Tali parchi sono caratterizzati da elementi non solo paesaggistici e nascono con l’intento di comunicare ai visitatori le sensazioni e le emozioni che hanno ispirato scrittori, poeti, musicisti per le loro opere. Le ambientazioni di romanzi, poesie o quant’altro diventano una sorta di presidi culturali e consentono di conoscere un territorio da un particolare punto di vista. Ma non è tutto. Col tempo, grazie all’intervento della Comunità europea, ha preso corpo anche l’idea di utilizzare la fonte letteraria come volano di conoscenza del territorio a tutto tondo. Non solo letteratura, quindi, ma anche storia, natura, antropologia, enogastronomia. In Italia i Parchi sono molto numerosi da Nord a Sud e uno dei più belli e interessanti è quello di Carlo Levi ad Aliano, in Basilicata. Aliano, arroccato su uno sperone di roccia argillosa e immerso nel suggestivo paesaggio lunare dei calanchi, è il paese dove fu mandato al confino il medico – scrittore torinese. Dopo la guerra, è stato ricostruito un po’ più su, per maggiore sicurezza, ma il nucleo originario è rimasto com’era e, con il contributo della Comunità europea, già da molti anni è diventato un Parco letterario.
“Spalancai una porta finestra, mi affacciai a un balcone dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso bagliore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco.”
Così appariva il paese a Carlo Levi che lo immortalò nel suo “Cristo si è fermato a Eboli”e così appare ancora oggi. Nelle notti di luna piena suscita emozioni difficili da raccontare. Arrivando qui, girando tra vicoli e vicoletti immersi nel silenzio s’incontrano: la casa che ospitò lo scrittore, l’Ufficio postale trasformato in pinacoteca che accoglie anche tutta la documentazione riguardante il confino di Levi, il museo della Civiltà contadina e, nel piccolo cimitero comunale, la sua tomba. Levi, infatti rimase legatissimo a questo paese dove tornò ripetutamente dopo la guerra e dove volle riposare per sempre.
Da alcuni anni Aliano è sede del festival di “paesologia” La luna e i calanchi ideato dallo scrittore Franco Arminio. Per alcuni giorni fotografi, pittori, registi, musicisti e artisti in genere s’incontrano, dialogano, interagiscono con la popolazione locale e con i visitatori lasciando in paese tracce del loro passaggio è un modo per raccogliere intorno a un paese il meglio delle espressioni artistiche del cosiddetto “Mediterraneo interno”.
Ora come allora, nonostante le mulattiere abbiano lasciato il posto alle strade asfaltate, Aliano è un paese un po’ fuori mano, bisogna andarci apposta ma ne vale la pena, soprattutto quando la luna piena illumina i calanchi che si trasformano in un luogo incantato.
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