Racconto di Silvana Guarina

(Quinta pubblicazione – 25 maggio 2021)

 

 

Sedeva sul letto di quella squallida stanza di motel dove lui le dava sempre appuntamento. Dopo lunghi mesi di quella appassionata relazione, lei aveva deciso di lasciare il marito ed in fretta e furia aveva riempito due valigie con i suoi abiti. Valigie che ora erano lì, accanto al letto, in attesa di essere caricate in auto. Cosa avrebbe detto il suo amante quando fosse arrivato? Sarebbero finalmente partiti insieme verso una nuova vita come tante volte lui le aveva promesso? La sua decisione poteva rivelarsi un colpo di testa? No, la donna era sicura che non ci sarebbe stato bisogno di molte spiegazioni: vedendo le valigie lui avrebbe capito subito, l’avrebbe abbracciata, felice per la decisione coraggiosa, e lei, a sua volta, sarebbe stata sicura dell’amore che li univa. Non che ancora ne dubitasse! Di lui conosceva tutto: da quel suo corpo muscoloso e in perfetta forma alle cento varianti del suo sorriso. Il sorriso. Era stato proprio quello a farle perdere la testa. Lui sorrideva sempre, al contrario del marito, troppo spesso serioso e corrucciato.

Le ombre nella stanza cominciavano ad allungarsi. Perché lui ancora non arrivava? L’ansia le attanagliò lo stomaco. Cosa poteva essere successo? La moglie si era lasciata andare all’ennesima scenata di gelosia?Un incidente? Oppure forse suo marito aveva subodorato qualcosa? Ma che importanza aveva se il marito aveva scoperto la sua relazione! Lei se ne stava andando! Dei passi … lei si volse, speranzosa. La porta si aprì e nella luce della grossa applique del corridoio una figura maschile si stagliò netta. Quasi stentò a riconoscerlo, così controluce. Non ci sarebbe stata una corsa in macchina verso un futuro radioso, né momenti di estasi accanto a quel corpo maschio da urlo e neppure sorrisi. Chinò la testa, delusa, affranta.