Di Redazione
Quante volte ci siamo preparati la scena in un pomeriggio invernale? Una coperta, un divano, un tè caldo e una buona lettura. Parimenti, nelle sere d’estate, complice un piacevole venticello, abbiamo programmato di sfogliare proprio quel libro.
Nel momento in cui cerchiamo di scorrere un testo, si tratta di una scelta, noi ci stiamo predisponendo a prenderci del tempo. E si sa che una volta tolto il dovere, per il piacere di fare qualcosa il tempo è sempre troppo poco. Capita allora di selezionare la prossima lettura, convinti che ne valga la pena. Purtroppo non è sempre così.
Dopo aver letto un racconto o una poesia cosa ci aspettiamo? Cosa ricerchiamo? Un’emozione? Uno schiaffo? una risposta ad un dubbio?
Allo stesso modo quando scriviamo cosa vogliamo comunicare? Cosa vogliamo lasciare a chi ci legge?
In entrambi i casi, noi di Racconticon, ultimamente, abbiamo riscontrato delle difficoltà. Le poesie che giungono in redazione, a nostro parere, per la maggior parte dei casi soffrono di un livello basso, non trasmettono suggestioni, dolori, amori intensi, impressioni che siano tangibili. I racconti, dal canto loro, talvolta sembrano storie ancora da sviluppare. La brevità così come la lunghezza non è mai stato un problema, la fretta, invece può generare una serie di imprecisioni. Scrivere non è un esercizio stilistico né una forzatura. Si può anche comporre per il solo gusto di condividere ma non basta l’idea, ci vuole ricerca, passione, limatura, e, prima dell’invio a qualsivoglia redazione, soprattutto una rilettura attenta alla fine della stesura. Ci arrivano testi pieni di errori o distrazioni, teorie ancora alla fase embrionale, storie che non parlano in maniera coerente. Ci giungono pensieri che non sono poesie.
Racconticon vuole alzare l’asticella. Riconosciamo il fatto di essere stati sempre generosi e abbastanza accomodanti, per quel gusto di condivisione che esiste in ognuno di noi. Sappiamo che non tutte le ciambelle riescono col buco, in questo senso vi chiediamo di sviluppare al meglio le vostre qualità. Abbiamo deciso di provare a cambiare la rotta. Ci aspettiamo poesie e racconti che ci facciano tremare, indispettire, appassionare, soffrire, divertire. Testi che abbinino tecnica, idee e sentimenti. Nel frattempo, nonostante i tanti racconti ricevuti, diminuiremo ulteriormente il numero di pubblicazioni settimanali. Ci sembra un atto dovuto non solo per il rispetto del pubblico che ci segue, di cui voi stessi siete parte, ma anche per evitare di predisporci ad una lettura che non lascia nulla. Ci auguriamo che facciate lo stesso prima di inviare scritti poco curati.
Meditiamo tutti!
Buonasera, mi dichiaro colpevole di trascuratezza, ho riscontrato almeno un errore nella rilettura dopo avervi inviato il mio ultimo racconto e me ne sono vergognata. Concordo con la vostra decisione e con l’analisi fatta, almeno per quanto riguarda i racconti mentre per la poesia non mi permetto nessun giudizio. Credo che chi, come me, scrive per passione a volte si lasci prendere dalla vanità e non si curi abbastanza di fare le dovute verifiche. Spesso non ci si chiede a sufficienza se davvero si ha il talento necessario e si tralascia il fatto che scrivere è un lavoro che richiede tempo, attenzione e dedizione. Siamo proiettati verso la gratificazione di vedere i nostri scritti pubblicati da qualcuno e perdiamo per strada ciò che ci ha fatto appassionare alla scrittura. Io amo scrivere perché soprattutto amo leggere, trovando negli scritti altrui emozioni, corrispondenza di pensiero, scoperte e conferme, imparando anche che scrivere non è cosa che tutti possiamo fare. Racconticon mi conferma questa cosa e io ringrazio veramente tanto. A presto. Miriam
Ciao Miriam, ammiriamo la tua disamina, non è da tutti. Il tuo amore per la scrittura lo abbiamo “sentito” e, se non sbaglio, ti abbiamo anche spronata ad inviare altri racconti. Bene, lo ribadiamo e sarà un piacere riceverne ancora. A presto. G.
Anche io, rileggendo il mio ultimo racconto ormai pubblicato, ho trovato un errore. Non si rilegge mai abbastanza, come raccomanda un noto curatore”atipico” e famoso giornalista. Mi dispiace molto e, per il futuro, cercherò di essere più attenta affinché i miei racconti possano essere degni della vostra attenzione.
Sì!!!
Grazie.
Anche io ho chiesto scusa .