Articolo di Francesca Coppola
Un tempo, si usava dire “scomba”, chi non lo ha mai utilizzato durante la propria infanzia? oggi, ai tempi social, è in voga la minaccia quasi comica del “ti levo da FB!” a volte, sarebbe meglio mantenere tale promessa ed invece, è solo un modo come un altro per attirare attenzione, gridare esistenza, ululare il proprio nome, delimitando uno spazio illusorio.
Nell’epoca delle apparenze, in questa precisa fase storica in cui ostentare è il ritornello cool, i social svolgono un ruolo centrale. Una foto diventa vetrina, un pensiero virale, si contano i minuti passati dall’ultimo post, per non sfuggire a quell’algoritmo che ci vuole onnipresenti. Si partecipa, consapevoli o non, alla competizione silenziosa dei più likes, dove la quantità se ne sbatte altamente della qualità, il numero dei followers ti fornisce personalità e carattere. Il volume degli “amici virtuali” può renderti più o meno noto, figo, vip, “di spessore”, ecc.
In alcuni casi, i contatti Facebook sembrano essere davvero “una gatta da pelare”, ed è curioso notare come questo social, fondato nel 2004 con lo scopo di ritrovare vecchi amici di scuola, sia diventato con il trascorrere del tempo il simbolo dell’apparenza. Tanti nomi, visi, immagini, zero o quasi relazioni umane. Cosa vuol dire?
Facebook, ma in generale ogni tipo di social, appare più un sito di incontri, un modo facile per rimorchiare, in altri casi viene utilizzato come una valvola di sfogo da persone sole, abbandonate che sviluppano così una pseudo rete di contatti con cui interagire in maniera, comunque sia fittizia. Esiste un altro fenomeno, quello delle condivisioni, in grado di donare la convinzione beffarda di credere di dire qualcosa di innovativo, concreto, fresco solo perché approvato dai più.
Si tratta comunque di un non pensiero, frutto di influenze di influenze, una parziale riproduzione scopiazzata qui o lì. In questa ottica il tema delle amicizie social è decisamente interessante. Fermo restando la possibilità di incontrare anime affini per sensibilità, gusto e argutezza, per il resto Facebook è il regno devastato di un mercatino senza confini. Annunci di annunci, vendite improbabili, pubblicità occulta, fonte di più di una tresca.
Un mondo in cui puoi sceglierti come apparire, selezionando con cura posa e filtro.
Copia – incollare qualche frase ad effetto. Acchiappa pollicioni, sorrisoni e abbracci.
Effimero è il senso di appartenenza, inappagante l’aiuto pro-comprensione e se è vero che da alcuni angoli partono richieste di aiuto sottoforma d’altro, per il resto impera un egocentrismo e una falsità tale che neanche nel migliore dei reality propinati in tv e studiati a tavolino si può trovare. È triste quando ti accorgi che, molti dei suddetti contatti, credono di avere veri amici in questa pseudo lista, e alludono a delusioni dettate dall’indifferenza o fine di un interesse. Di questo mondo virtuale, che non è molto diverso da quello reale, quando ti relazioni disgraziatamente con chi ti fa i conti in tasca o chi entra in casa tua solo per spiarti, non si riesce a cogliere il vero scopo. Look che non ci rappresentano, labbra arricciate, arie da uomo vissuto, merce in bella vista, spocchia alle stelle. Se trovi un essere umano poi, quasi quasi è impossibile fargli credere che siete della stessa pasta, parlate la stessa lingua, provenite da un pianeta assai simile. La folla è rumorosa, agitata, petulante, pronta a spintonare con la minaccia di prenderti a calci, rotolare giù dal grande palco, cliccando un misero bottone.
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https://www.unilibro.it/libro/coppola-francesca/non-togliermi-il-vestito/9788893820608
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