Fiaba e illustrazioni di Tiziana Tosi

 

 

La piccola Sfinge senza segreti guardava sempre le altre sfingi, le sembrava che tutte avessero più mistero, più parole importanti, più bellezza di lei. Vedeva nelle altre uno sguardo misterioso e interessante, uno sguardo da sfinge per l’appunto. Non si specchiava nemmeno più. Tanto quello che vedeva non era bello. Ma a forza di non guardarsi il suo corpo era diventato più sottile, ma così sottile da essere quasi trasparente con un grande buco al centro del petto.

Con quel vuoto nel cuore, come avrebbe mai potuto svelare segreti ai suoi sudditi?

Nel paese accanto viveva invece un Principe senza corona. Questo non sarebbe stato un problema se non fosse stato che la sua testa era così leggera da scivolare da tutte le parti. Non sapeva mai dove andare perché la testa non gli permetteva di guardare sempre nella stessa direzione. A questo principe sarebbe proprio servito avere una corona, un peso sulla testa che lo aiutasse a tenere lo sguardo dritto davanti a sé. Come sarebbe mai riuscito a guidare il proprio regno altrimenti?

I due non si potevano certo dirsi felici. I loro genitori, re e regine dei due regni, chiesero aiuto ai medici di corte, ai musici, ai giardinieri, ai cuochi.

Ognuno di loro propose una soluzione.

I medici di corte prepararono mille ampolle piene di medicamenti.

I musici suonarono per loro melodie bellissime da riempire tutte le stanze del castello.

I giardinieri li circondarono di piante e fiori profumati.

I cuochi prepararono loro mille pietanze appetitose.

Ma nessuno di questi riuscì. (Non erano ammalati. Non sentivano la musica né i profumi. Non si sfamarono).

I genitori dei due sfortunati decisero, dopo tanti anni d’indifferenza, di parlarsi. Fu così che decisero di far intraprendere un viaggio ai due figli, i quali, senza troppo convincimento, partirono. Il Principe senza corona provò ad indicare la strada del loro viaggio ma non potendo tenere mai la testa dritta portò la principessa a zonzo per i boschi senza alcuna mèta. Dal canto suo la piccola Sfinge, sempre più trasparente, si perdeva ad ogni passo perché il principe non la vedeva nemmeno. Sconsolati e silenziosi, si ritrovarono perduti in un bosco buio più profondo del buio.

Fu lì che incontrarono un ragazzo anche lui disperso nel bosco. Era un Ragazzo dal cuore di pietra, doveva fare spesso delle pause perché il suo cuore era così pesante da non permettergli di camminare a lungo. Era un ragazzo scontroso e arrabbiato perché non riusciva a proseguire il suo viaggio.

 

-Io sto cercando la mia Corona- disse il Principe.

-Io sto cercando i miei segreti- disse la Sfinge.

-Io sto cercando un cuore più leggero della pietra per poter continuare il mio cammino. Ho provato a staccarlo, a gettarlo via, a spezzarlo…ma è troppo duro per me solo- disse il ragazzo.

Non potendo trovare nulla di tutto ciò, nel buio più profondo del buio, decisero di raccogliere un po’ di legna e accendere un piccolo fuoco. Il Principe trovò un legno, sembrava intagliato dalla pioggia da quanto era bello: circolare, lucido e liscio. Disse: -Potrebbe illuminare la notte ai miei compagni-. La Sfinge trovò pezzi di rami dalle tante forme e dai tanti aromi. Ne riconosceva il profumo e la varietà semplicemente annusandoli. Decise di portare i legni più preziosi ai suoi nuovi compagni. Disse: – Racconterò loro la storia di ogni pezzo di legno, così la notte sarà meno silenziosa-. Il Ragazzo dal cuore di pietra trovò una grande quantità di legna. Anche se era molto pesante, se lo caricò sulle spalle perché, pensò: -Ecco questa legna scalderà i miei nuovi compagni.-

Accesero insieme il fuoco. La Sfinge alla luce della fiamma vide che nella sua ombra c’era un grande buco al centro del petto. Non lo aveva mai visto così da vicino. Cominciò a piangere. Ora era chiaro perché non poteva svelare segreti ai suoi sudditi. In quel buco, ogni parola e promessa andava perduta. Fu allora che il Ragazzo dal cuore di pietra, senza nemmeno pensarci riuscì a staccare un pezzo del suo cuore per riempire quel vuoto. Il pezzo combaciava perfettamente. Lei si sentì completa. Lui si sentì finalmente leggero. Il Principe senza corona ammirava la scena incantato: riuscì a tenere lo sguardo fermo e dritto sui suoi amici! Valeva la pena guardare le cose che accadono, con forza e decisione. Fù allora che la Sfinge prese tra le mani il pezzo di legno circolare che avevano raccolto. Lo annusò, lo toccò: era ambra profumata. Lo pose sulla testa del Principe senza corona che si sentì così capace e risoluto.

 

 

Riuscì finalmente a guardare dritto davanti a sé, anche nel buio. Il mattino seguente, decisero di tornare a casa. Fu il Principe ad indicare a tutti la strada del ritorno.

-Abbiamo trovato la mia Corona, dovevo ritrovare la strada per voi-.

-Abbiamo scoperto i miei segreti, dovevo riempire il vuoto per voi-.

-Abbiamo reso il mio cuore più leggero, dovevo dedicare il mio viaggio non a me soltanto. Il mio viaggio è per voi-.