Racconto di Teodoro Di Leva
(Terza pubblicazione – 16 marzo 2021)
Mi piacciono le vecchie case dagli alti soffitti, con le loro ampie finestre e i balconi solidi di pietra viva. Mi piacciono quei paesini ancora immuni alla lebbra del turismo, mi piacciono le loro stradine scoscese con l’acciottolato e le scalinate di sassi lucidi e levigati dall’uso di secoli. Mi piacciono i campanili dove si impigliano le nuvole ed il suono allegro delle campane che mettono serenità negli animi, in qualunque cosa tu creda o non creda. Mi piacciono le biciclette da corsa. Mi piacciono le barche a remi. Mi piaceva la barca a remi di mio padre che si chiamava “Margherita” come sua madre e un’antica regina. Mi piacciono le barche a vela perché quando volano sulle onde si sente solo lo sciabordìo del mare. Mi piacevano le lanze che facevano la spola tra Sorrento e Capri i cui larghi vetri lampeggiavano al sole. Mi piacevano i traghetti bianchi ed eleganti come quello su cui era imbarcato mio padre, il “Tragara”, dove i passeggeri potevano sedersi all’aperto e guardare le onde ed il profilo gentile delle alture e le coste frastagliate dove incessantemente si infrange il Mar Tirreno. Mi piacciono i gatti per la loro indolenza e la loro sapienza. Mi piacciono i gatti che conoscono la impronunciabile ed inutile Verità. Mi piacciono i muri di pietra da dove sbucano ciuffi di erba e fiori gialli e dove le lucertole si abbronzano. Mi piacciono i bambini quando giocano e ridono benché io sappia diverranno con molta probabilità degli adulti cialtroni e prepotenti come la maggior parte di noi. Mi piacciono i romanzi della seconda metà dell’ottocento perché sento che mi parlano, chissà perché, di un tempo che mi pare di aver vissuto. Mi piacciono i libri con la copertina cartonata color pastello come quelli dell’Adelphi. Mi piacciono i quaderni con la copertina nera. Rivedere i film già visti, quelli che mi sono piaciuti. Leggere il giornale al bar, la domenica mattina. Mi piace camminare e il mare in tempesta e le onde che, presso la riva, si curvano mostrando il lucido ventre metallico e percuotono tuonando la costa. Mi piace la pioggia estiva che confonde mare e cielo in un unico biancore. Mi piace il vento che increspa le onde e imbianca l’uliveto. Mi piace quando nevica. Mi piace sbucciare i mandarini e annusare quell’aroma che evoca ricordi. Mi piace il parlar sommesso e, quando è opportuno, il silenzio, semplicemente.
Racconto universale che piace davvero.
Complimenti. Veramente ben scritto.