Racconto di Delia Giordano

(Prima pubblicazione – 15 giugno 2021)

 

Quella mattina che apristi la finestra era febbraio, da lontano il mare era blu e il sole timidamente riscaldava la tua camera da letto. Un leggero venticello muoveva la tenda. C’è sempre vento nelle città di mare. Ti accostasti al davanzale e guardasti in alto verso il cielo limpido, azzurro in quella mattina d’inverno. Tutto era luce intorno a te, tepore, vita e amore. Ma niente bastava a riscaldare la tua anima inquieta. Il buio e il freddo avevano scavato dentro te un solco profondo. Eri in fondo ad un pozzo dal quale da anni cercavi di risalire, ma quando ormai pensavi di essere ad un passo dal bordo, scivolavi giù. Quanta fatica, quanta forza ogni volta per tornare su e poi di nuovo giù e ancora e ancora e ancora. Aggrappata alle mani di chi disperatamente ti sorreggeva, senza mai stancarsi, fedele, leale, con presa salda, con l‘amore incondizionato di chi ti ha generato e che poi disperato e impotente assisteva alle tue cadute. Ma la tua anima era altrove, nel buco nero di una sofferenza senza fine. La vita tu l’hai dovuta prendere a pugni ogni maledettissimo giorno per rimanere a galla. Ma è stata una lotta impari, dura, faticosa, senza mai tregua. Ce l’hai messa tutta, ma 17 anni non sono fatti per lottare. Quella mattina di febbraio hai aperto la finestra e il vento ti accarezzava il viso come l’ultimo bacio dato a tua madre un istante prima di volare via. Hai guardato la tua vita per l’ultima volta, e ti sei arresa per sempre.