Racconto di Alessandro Russo
(Prima pubblicazione)
Un ragazzo cammina con passo affrettato su un marciapiede. Zaino in spalla.
Guarda nervosamente l’orologio, sembra che abbia un appuntamento importante.
Improvvisamente si ferma, osservando la strada.
I suoi occhi si posano su una macchina con i vetri rotti, dal motore fuoriesce del fumo.
I lampeggianti della polizia segnalano un grave incidente.
Un particolare attira la sua attenzione: un piccolo salvagente gonfiabile sul lunotto di una delle due auto. Il ragazzo, pensieroso, guarda nuovamente l’orologio e riprende a camminare per la sua strada.
Una famiglia, composta da tre persone, padre, madre e una bambina, fa rientro a casa.
È in corso un acceso dibattito, la bambina si lamenta.
«Non voglio restare qua! Voglio andare al mare!»
Il padre, rivolgendosi alla moglie con fare sbrigativo.
«Pensaci tu, vado un attimo in bagno».
La madre si abbassa per guardare negli occhi sua figlia.
«Ehi… non piangere… vedrai che presto ci andremo al mare… tuo padre l’ha promesso e lui mantiene sempre la parola».
La bambina fissa intensamente la madre. Non sa se crederle.
Nel frattempo il padre ritorna in salotto.
«Non appena riparano l’auto partiamo, va bene?»
La bambina sembra calmarsi ma resta scontenta.
Il ragazzo prosegue la sua camminata accelerando il passo.
Ad un tratto si arresta davanti ad un negozio di giocattoli e senza esitazione, entra.
I genitori, ancora dispiaciuti per l’accaduto, guardano con apprensione la figlioletta seduta sul tappeto del salone che gioca con le sue bambole.
Suonano alla porta. La madre va ad aprire.
Il ragazzo si presenta sull’uscio accennando un sorriso e con un leggero affanno.
«Buongiorno signora, sono il… il babysitter».
La donna accoglie il ragazzo ricambiando il sorriso ed invitandolo ad entrare in casa.
«Certo, prego… si accomodi pure».
«La ringrazio».
Marito e moglie ed il ragazzo dialogano nel soggiorno, poco distanti dalla bambina.
«È arrabbiata per la vacanza che è saltata» spiega l’uomo.
«Stavamo andando al mare per qualche ora» aggiunge la moglie.
«Non vi preoccupate, proverò a calmarla» conclude il ragazzo per tranquillizzarli.
I genitori escono dall’appartamento, raccomandandogli la figlia.
«Torniamo tra pochissimo, fai la brava».
Il ragazzo li saluta con la mano e chiude la porta.
Trae un profondo respiro, si avvicina alla bambina e si presenta.
«Ciao piccola… Sono il tuo nuovo babysitter».
La bambina alza per un attimo la testa, lo scruta e con indifferenza riabbassa gli occhi sulle bambole.
Il ragazzo, spiazzato ed in evidente difficoltà, per attirare la sua attenzione le rivela di aver portato un regalino.
«Ho un regalo per te».
Prende un pacchettino dallo zainetto e glielo porge.
La bambina non accetta il dono, diffidente.
«Su, aprilo!» la invita con entusiasmo.
Titubante, afferra il pacchettino, lo scarta e trova al suo interno una bambola diversa dalle altre, con i capelli rossi.
La bambina guarda il ragazzo, scontenta.
«Ce l’ho già una cosi».
Il babysitter accenna un debole sorriso.
Lei studia nuovamente la bambola.
«Però è bella…grazie».
«Prego. Contento che ti piaccia».
I due rimangono diversi minuti in silenzio, poi il ragazzo interviene.
«Ho saputo che ti piace il mare».
La bambina non trattiene la delusione.
«Sì… ma non ci andiamo più».
«E come mai?»
«Si è rotta la macchina di papà».
«Ah…Vedrai che presto l’aggiusteranno».
La bambina osserva il ragazzo, dubbiosa.
Il babysitter nota la diffidenza nei suoi occhi ma non demorde.
«Sai… Anche io da piccolo avevo un babysitter. Mi portava sempre in posti bellissimi».
La bambina alza lo sguardo, prestando più attenzione.
«Conosci il mare speciale dove non esistono meduse?»
La bambina adesso è incuriosita dalla storia.
«E puoi stare sott’acqua tutto il tempo che vuoi?»
La bambina sgrana per un attimo gli occhi.
«Davvero?! Non ti credo».
Il ragazzo prosegue nel suo racconto, con convinzione.
«E puoi anche guardare i pesci senza maschera!»
Alla bambina sfugge un sorrisetto.
Anche il ragazzo le sorride, complice.
«Sì… ma niente macchina… quindi…» la bambina fa spallucce, delusa.
Squilla il telefono. Il ragazzo alza la cornetta, restando in ascolto.
«È pronta».
Il ragazzo abbassa la cornetta e si rivolge alla bambina.
«La macchina è pronta, vai a prepararti che partiamo!»
La bambina si alza da terra, felice e si dirige nella sua cameretta a prendere i giochi per il mare.
Nell’attesa, il ragazzo osserva il cielo attraverso la finestra, assorto. Chiude gli occhi per un istante.
E’ una bellissima giornata di sole.
Pochi minuti dopo suonano al citofono. Il babysitter risponde.
«Scendiamo subito».
Riaggancia il citofono ed invita la bambina a sbrigarsi.
«Su, svelta, ci stanno aspettando!»
La bambina esce di casa correndo e dopo di lei il ragazzo che richiude la porta alle sue spalle.
Davanti al portone di casa li aspettano i genitori ed una macchina nuova, con gli sportelli aperti.
La bambina, un po’ sorpresa, nota la differenza ma dalla contentezza sale sull’ auto senza pensarci troppo. L’automobile si avvia con a bordo i quattro passeggeri. Alla guida il giovane babysitter.
Nel tragitto, l’auto passa davanti ad un gravissimo tamponamento. Il ragazzo rallenta.
I genitori ed il ragazzo rivolgono lo sguardo verso l’incidente. Un istante dopo padre e madre si voltano a guardare la bambina intenta a giocare con la sua bambola nuova.
All’incrocio stradale due auto distrutte e un’ ambulanza con accanto tre corpi sulle barelle.
Su una di queste una mano stringe una bambola dai capelli rossi.
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