Racconto di Italo Falcier

(Terza pubblicazione)

 

«Ti ricordi mamma cosa mi dicevi? Devi trovare la tua strada e percorrerla fino in fondo senza paura. Ti ricordi? La tua strada mi dicevi. Ma come farò a riconoscerla? Mischiavo eccitazione smarrimento e impazienza. Quando sarà il momento la riconoscerai dicevi, la tua mano appoggiata sulla mia testa per benedirmi e per rassicurare te stessa che sarebbe andato tutto bene.

«Ti ricordi mamma quanta paura aveva la tua bambina e quanta urgenza che si avverasse la tua bella fiaba?

«Mi senti mamma?

«No. Come puoi sentirmi se la mia voce è soffocata da questi trucioli di gommapiuma che mi riempiono la bocca e mi ostacolano e mi tormentano e mi immobilizzano braccia gambe e tutto il corpo e ogni movimento mi è fatica e l’aria che non si fa respiro.

«Ti ricordi mamma quando mi hai vista partire e hai pensato che Dio ti aiuti e io appena un saluto perché avevo fretta di buttarmi nel mondo che nemmeno ci credevo che questo mondo avesse davvero un posto anche per me. Non pensarmi mentre annaspo assieme alla mia sorte intrappolate in questo tunnel di trucioli di gommapiuma che mi schiacciano, mi comprimono, mi respingono.

«Non piangere mamma che io non mollo, non mi arrendo in faccia a questo muro che mi ostacola ma non ce la fa a trattenermi perché questa è la mia strada e io lo sento che devo andare avanti. Non piangere mamma che anche per me c’è una strada e l’ho riconosciuta e per quanto impervia è la mia strada.

«Lo sapevo che la felicità non sarebbe stata facile. Tienimi la mano sulla testa mamma che io vado avanti anche se questi trucioli di gommapiuma mi riempiono la bocca e mi ostacolano e mi tormentano.