Racconto di Elena Dell’Aquila

(Prima pubblicazione – 7 dicembre 2020)

 

 

Nel 2065 in Italia non ci sarà scritto da nessuna parte che è il 2065, non ce ne sarà bisogno: avremo dispositivi e app che penseranno a tutto, anche a portare il cane a pisciare. E non avremo neanche bisogno di ricordarci quante ore sono passate dall’ultima volta in cui ha fatto la pipì. Nel 2065 non ci saranno i buoni propositi per il nuovo anno perché avremo quello successivo già interamente programmato e senza alcun margine di errore. C’è di buono che le donne non continueranno a commetterne sempre di stessi e gli uomini non sbaglieranno più il programma della lavatrice.

Nel 2065 non esprimeremo più i desideri dopo aver visto una stella cadente; non solo perché le stelle cadenti non si vedranno più a causa dell’inquinamento luminoso, ma soprattutto perché non avremo più niente da desiderare. E vuoi mettere non provare più quell’ansia da stella cadente quando dovevamo pensare in fretta a un desiderio e avevamo paura di sciupare il bonus o che l’effetto si esaurisse? In compenso avremo milioni di altre ansie, ma le app ci diranno cosa fare.

Nel 2065 non avremo più niente per cui festeggiare con gli amici, potremo solo “condividere”. E ci sarà l’app “Facebeer” per bere una birra con un amico a distanza.

Il 2065 in Italia non sarà come il 1965 in Italia.

Nel 2065 ci saranno solo macchine elettriche, ma il petrolio continuerà a costare comunque tanto.

Nel 2065 non ci sarà più il Covid-19, ma ci sarà il Covid-65 e i medici che chiederanno di barrare sull’icona “vaccino” o “complottista”.

Nel 2065 non ci saranno più le guerre, perché i paesi in cui interessa farle saranno completamente distrutti già da decenni.

Nel 2065 non ci saranno più i quiz musicali, né qualsiasi altro quiz, perché Alexia ci seguirà ovunque e potrebbe suggerirci la risposta.

Nel 2065 ci saranno Anna e Marco – in qualsiasi epoca ci sono degli Anna e Marco – che si sposeranno dopo aver inviato una pec e festeggeranno con amici e parenti inviando un invito sulla app “Faceparty”.

Bene, Anna e Marco concepiranno dei figli in provetta e li vedranno crescere per nove mesi sugli scaffali su cui appoggeranno le provette. Quando saranno nati, li vedranno poi diventare adulti nei box in plexiglass che avranno ordinato su Amazon perché così diceva di fare l’ultimo DPCM relativo al Covid-65.

Nel 2065 avremo le mascherine, non solo per proteggerci dai contagi, ma perché sarà l’ultima forma di privacy che ci rimarrà.

Nel 2065 in Italia ci saranno 578 partiti ma noi non sapremo chi votare perché i politici indosseranno tutti la mascherina, anche nelle foto dei manifesti. Loro, in realtà, non lo faranno né per proteggersi dai contagi, né per la privacy, ma solo per poter allearsi più facilmente con chi, avranno detto, non si sarebbero mai alleati.

In ogni caso quei pochi che voteranno non raggiungeranno mai comunque il quorum.

Nel 2065 in Italia non ci saranno più né il Colosseo, né la Reggia di Caserta: il primo l’avremo venduto alla Cina; la seconda, si scoprirà, che era stata costruita su un’area destinata a un centro commerciale e verrà abbattuta.

Nel 2065 gli haters terranno dei corsi universitari su “Come odiare gli altri senza un reale motivo”.

Nel 2065 Pascoli e Leopardi si saranno completamente “estinti”.

Nel 2065 in Italia non si andrà più al mare, perché sarà impossibile trovare un punto senza plastica dove potersi tuffare.

Nel 2065 in Italia si ascolterà il Trap e canzoni intitolate “mare di plastica”.

Nel 2065 non ci saranno più alberi ma potremo riposarci all’ombra delle antenne 10G.

Nel 2065 in Italia saranno legali cocaina, eroina, metadone e LSD, ma la marijuana, no, perché quella fa male.

Nel 2065 la Carbonara si venderà liofilizzata in comode “strisce-famiglia”. I vegani mangeranno tofu in scatola e le stelle Michelin saranno le uniche a cadere.

Nel 2065 in Italia saranno legali le adozioni per i tossicodipendenti e i preti pedofili, ma per gli omosessuali ancora no. (Beh, cosa volete? “La storia si fa un passo alla volta”). Sarà vietato usare termini offensivi e categorizzanti come gay o “frocio”, ma se uno chiama un altro in questo modo non succede niente tanto nessuno controlla.

Nel 2065 ci sarà libertà di espressione, ma verranno bandite parole come “medicine alternative”, “alimentazione macrobiotica”, “empatia”, “compassione”, “sogni”… E anche la parola “libertà” non sarà ben vista.

Nel 2065 l’Italia sarà ancora una Repubblica ma la Costituzione non esisterà più già da un po’; la stessa verrà sostituita da hashtag tipo #c’èlafaremo.

Nel 2065 anche Maria De Filippi non ci sarà più, ma verrà inventato un robot che prenderà il suo posto (la funzione “emotività” non verrà neanche installata).

Nel 2065 in Italia forse ci saranno ancora Albano e Romina.

Nel 2065 in Italia, forse, ci sarò ancora io con i miei 80 anni, ma con ancora più sogni che cassetti in cui ordinarli. Vivrò in una comune con altre persone che, come me, di sognare o di continuare a cercare le stelle, non riescono proprio a farne a meno. Nella comune avremo tanti libri – libri veri – con le copertine e le pagine, perché noi preferiremo leggerli ancora così, rischiando di essere chiamati “anziani”, ma tanto anche quelli nati nel 2000 saranno considerati già anziani.

Ascolteremo ancora Baglioni, De Gregori e Dalla, perché il trap ci dà alquanto fastidio. Pianteremo ancora gli alberi e li abbracceremo, perché a noi di avere l’ultimo modello di cellulare o la connessione velocissima proprio non ci interessa (e non ci è mai interessato). E poi è più facile abbracciare gli alberi che le antenne 10G.

Nel 2065, neanche io porterò il mio cane a fare la pipì, perché il mio cane vivrà libero nel bosco vicino alla comune.

Nel 2065 nella nostra Comune discuteremo ancora sull’utilizzo o meno della panna nella Carbonara; ma noi la cucineremo ancora.

Nel 2065 non vedrò neanche i programmi del robot di Maria De Filippi.

E questo sarà uno dei buoni propositi da inserire nella lista che io ancora scriverò.

Nel 2065 spero di fare ancora errori, perché saranno quelli a farmi sorridere ancora a 80 anni. E a ricordarmi che le scelte che ho fatto – giuste o sbagliate che siano state – quegli 80 anni li hanno colorati tutti.

Nella comune non avremo il WiFi, perché a 35 anni ho deciso che, per la mia salute, era meglio non essere continuamente bombardati da onde elettromagnetiche.

Quindi noi le bottiglie di birra le faremo ancora toccare tra loro, anche se l’app “Galateo” dice che è da maleducati (ma chissenefrega, tanto noi il WiFi non ce l’avremo).

Nel 2065 io metterò la crocetta su “complottista” e il mio vaccino me lo farò in casa con una buona alimentazione, una buona dose di emozioni positive e tanti sorrisi (ma non condividerò le parole “alimentazione macrobiotica” perché è vietato).

Nel 2065 non avrò Alexia, ma forse una badante sì.

Nel 2065 l’Italia sarà il paese che sarà ma io continuerò ad amarlo perché anche nel 2065 rimarrà il paese più bello del mondo e anche se “Pascoli” e “Leopardi” saranno estinti, rimarranno una parte dell’immensa eredità storica, artistica e culturale che ha reso immortale la grandiosità di questa Nazione.

 

Ps. Nel 2065 io spero che Albano e Romina ci siano ancora.