Racconto di Andrea Petrucci
(Prima pubblicazione)
Ci sono due lumache nell’orto. Trr!Trr! È la stagione degli amori. Una è più piccola e ha il guscio scuro con qualche strisciolina chiara, la chiamerò Cosette. L’altra è più massiccia e la conchiglia è una spirale di strisce bianche e nocciola, la chiamerò Marius; le lumache non hanno sesso. Io sono in piedi dietro il ciliegio, non ho fretta, non mi aspetta nessuno. Marius sta sotto un ceppo di insalata, me la immagino sminuzzare un pezzetto di foglia. Cosette è timida ma non indietreggia. Anche Marius è una lumaca riservata, aspetta, forse vorrebbe un cenno da Cosette; anche gli uomini a volte lo fanno. Cosette la studia, con le antenne disegna in aria incomprensibili ghirigori e questo potrebbe essere un segnale lumachino. Marius si avvicina, appena un percettibile movimento, attimo dopo attimo. È decisa, non mastica più. Vai Marius, valle incontro, falle il filo, lusingala, fagli vedere chi sei! Se potessi ti darei dei consigli, ma non sono l’essere umano più adatto, e poi, non credo mi capiresti. Un brivido mi percorre la schiena, inizia il corteggiamento. Vai, Marius sono con te. Sparge il terreno di lubrificante e spinge sul piede per trascinarsi in avanti, le antenne allungate frustano l’aria rorida della notte. Manca poco, ancora qualche centimetro e i tuoi sforzi saranno ricompensati, percorri il viaggio verso l’amore, vai Marius, è il tuo momento, vorrei essere al tuo posto. Davanti a Cosette non fa cerimonie né inchini. Trr! Trr! Le antenne si sfiorano e i corpi si uniscono. Rimangono attaccate in prossimità della testa tramite l’emissione di un filo bianco e sottile come la seta. Non più un verso, nessun rumore le distoglie dal loro antico rito di accoppiamento. È estate, una lieve brezza scivola sulle foglie di lattuga, sui pomodori maturi e sugli alberi da frutto del mio orto, ne trasporta gli odori. Quali siano le sensazioni di due chiocciole che si accoppiano non posso immaginarlo, ma voglio provarci. In piedi sotto la luna di questa notte stellata, mi chiedo se anche loro provano dei sentimenti, quello che noi chiamiamo amore. Chissà se anche loro fanno sesso per il puro piacere o se la loro natura li costringe alla riproduzione asessuata per perpetuarne la specie, se dalle antenne punteggiate di milioni di organi sensoriali riescano a percepire l’altro come lo sentiamo noi quando ci baciamo, o quando con la penetrazione raggiungiamo l’orgasmo, preparando le condizioni per quella che, nella migliore delle ipotesi, sarà una nuova vita. Come posso con la sola osservazione minuziosa conoscere tutto questo? La differenza potrebbe risiedere nel fatto che noi esseri umani siamo composti da miliardi di cellule in più, di organi di senso complicatissimi e di connessioni neurali sviluppatesi in milioni di anni, mentre loro sono rimaste pressoché le stesse. In fondo l’eros è vero che risiede nella mente, ma non è forse mente anche la pelle, la conchiglia e le antenne, e perché no anche la bava! Forse la scarsità di cellule nervose le obbliga a una vita semplice, mangiare e riprodursi è l’unico stimolo genico che la natura gli ha donato, o forse siamo noi che abbiamo perso il contatto con il Creatore e ci illudiamo di essere superiori. A loro non interessano gli esseri umani, non mi sembra che ci abbiano mai spiato. E allora perché io lo faccio? Le teste si sono separate, Marius davanti e Cosette dietro andranno a deporre le uova da qualche parte in questa romantica notte di luna piena. Si lasciano, prendono direzioni opposte, sono anche loro esseri viventi con le proprie necessità. Scompaiono dietro i ceppi di lattuga. Trr! Trr! È mattina. Sono esausto. Buona notte.
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