Racconto di Luana Troncanetti

 

Mi manchi in un modo che non so spiegarti. Non con parole umane, almeno.

La tua presenza mi uccide in un istante, la tua assenza mi toglie la vita secondo dopo secondo. E allora, indecisa, muoio due volte.

Mi manca il tuo profumo inconfondibile, che quando siamo vicini mi si appiccica ai pensieri scandalosi.

Mi manca il tuo sapore dolce sulle labbra: immorale, rotondo, infinito.

Mi manca il tuo colore, regalo di un sole impazzito di generosità: intenso, avvolgente, scuro, me lo ritrovo spalmato sulla pelle. Ovunque. Su di me, dentro di me. Indecente. Spietato.

Mi manca la tua falsa indifferenza e mi manchi tu, che in un infinito attimo ti fondi fra le mie dita.

Io me ne sbatto se piaci a tutte. Adoro pensare che tu sia solo mio, che io sia l’unica degna della tua passione, la sola a cui appallottoli la coerenza, prendi a morsi la volontà.

Ogni volta mi perdo in una promessa bugiarda, giuro a me stessa che saprò resisterti, che non ti permetterò più di fottermi. E invece tu mi freghi. Da sempre. Per sempre.

Talvolta ti lascio solo in un angolo a implorare di me, ma la mia fermezza dura lo spazio di un secondo. Allora ti vengo a cercare, ovunque, in piena notte, orfana di vergogna, affamata come una bestia a digiuno. Di soppiatto, come una ladra folle d’amore, senza preoccuparmi se a pochi passi da noi c’è mio marito o, peggio ancora, mio figlio.

Oggi nel solito angolo non c’eri. Non sei rimasto come sempre a godere la mia resa, a berti la sicurezza bastarda che sarei venuta a cercarti. Tu, vita mia, non c’eri.

E adesso mi manchi di un’assenza feroce che mi stritola il cuore, rotola in basso affogata in un languore bagnato e poi… poi… sempre più giù. Il vuoto di te mi strazia lo stomaco, mi arrotola le viscere, mi fa vivere, e morire, e poi assaggiare di nuovo la vita.

Mi manchi, che Dio ti maledica! Così tanto che alla fine ho chiesto di te a mio marito. Gli avevo promesso che non sarei stata più tua, ma dovevo colmare quel vuoto dannato.

Gli ho stretto forte le mani in lacrime, soffocata dalla vergogna, senza respiro e poi… poi ho vomitato fuori la domanda, tutta d’un fiato, prima che la decenza vincesse la mia disperazione:

«Porca pupazza, amò! Sto a diventà matta… Ma dove stratacazzo è il barattolo della Nutella?»

-°-

https://shorturl.at/yHP14

https://www.amazon.it/silenzi-Roma-indagine-dellispettore-Proietti/dp/8869433439

https://www.amazon.it/Gabbie-Racconti-noir-Luana-Troncanetti-ebook/dp/B07N31367T