Poesia di Maria Letizia Pecoraro
(2 gennaio 2021)
Una matita mi smania fra le dita,
sgomenta dalla vastità del bianco;
uno svolazzo qui, un ghirigoro lì,
nell’angolo inquiete roselline sbocciano al suono del rimuginio.
Assorto vaga il pensiero,
tenta lo scatto verso l’infinito,
torna al perimetro del certo.
Piccole linee precise
s’incontrano geometriche
in un reticolo sicuro:
orizzontale e verticale,
rigide tracciano il quadratino
del mio universo interno,
netto del delirio di pensieri ribelli.
Caos e regola,
diatriba dell’inizio.
Titubante, il candore del foglio
si sporca delle parole mute,
travalica nel nero fitto della calca dei segni.
Non è che l’alba,
tutto ancora è da fare,
ignoto e certo sono alle armi.
Regola del quadrato
o libertà della curva?
La mano trema,
il fitto sfregare smozzica la grafite.
Non è che l’inizio ancora.
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