Poesia di Roberta Calati
(12 dicembre 2020)
E siamo qui ancora a scrivere,
con matite limate per non ferire la carta.
Saranno parole versate,
come gocce invisibili
nel movimento dell’acqua,
defluendo sotto il palmo del cielo.
E siamo egolatri al di sopra del destino,
adornati di solo ossigeno,
dando fiato ad un canto
parodia dei sordi.
E resteremo ancora qui
oltre i muri,
con un dialogo in sospeso
che non avrà mai fine,
finché avrà una carezza
che arriva e una restituita.
E siamo ancora qui ad ascoltarlo,
il canto di quel mare,
dove i suoni dei secoli erano virili
rea di non aver avuto il tempo per scalarlo.
E saremo qui,
a riascoltare la voce dell’anima,
che canta piano nel movimento continuo del mare
la nostra “ninna nanna marinare”.
Così sei
alba,giorno e tramonto della poesia,
scalandoli quei muri vai oltre dominando il suono,
emettendo il tuo canto
di Dea dell’infinità poetica.
Grazia Torriglia
Le tue parole sono come gemme preziose che riporrò nello scrigno del cuore, custode di una grande emozione
Grazie di cuore Poetessa