Racconto di Angela Magliocca

(quinta pubblicazione – 24 marzo 2020)

 

(Racconto di una storia gioiosa ai tempi del coronavirus)

 

Il 19 marzo 2020, festa del papà, ho deciso di fare le zeppole di San Giuseppe. Realmente le faccio ogni anno.

In questo però, avevo una motivazione in più.

Il coronavirus ha bloccato la vendita di dolci artigianali perché beni non considerati di prima necessità.

Ma in un periodo così triste, almeno la dolcezza di un gesto generoso possiamo farlo.

Mio marito la sera prima, sentendo sua zia in video chiamata: ”io oggi ho fatto tante cose…e ho fatto anche le zeppole per domani”, volge lo sguardo verso di me e dice: ”e noi le zeppole?”

”Non preoccuparti tutto sotto controllo, le devo fare domani mattina” gli ho risposto.

”Se vuoi te le porto io”, diceva la zia dall’altra parte.

L’indomani mattina mi alzo e comincio a preparare gli ingredienti per il tanto atteso regalo per la festa del papà.

Poi inizio a fare qualche calcolo su quante ne avrei dovute fare.

”Vabbè non esagero, tanto sono solo per noi, non possiamo vederci con nessuno!!!”

Così mi metto all’opera ma nel frattempo mi viene in mente di mandare un messaggio. ‘’Dottore oggi è a Barletta? Devo fare le zeppole di San Giuseppe se le gradisce può passare a prenderle”.

”Yes” mi risponde il dottore.

Mentre continuo con la preparazione, arriva una video chiamata da parte dei miei suoceri.

Cogliamo l’occasione per fare gli auguri a mio suocero per la festa del papà e gli chiedo: ”avete per caso trovato le zeppole?”

”Nee Angela chi ce le deve dare è tutto chiuso!!!”

”Non preoccuparti il tempo di farle e ve le porta Enzo”.

É ora di mettersi a lavoro.

Enzo ed i miei figli mi vedono impastare, infornare, friggere cuocere la crema montare la panna.

Si avvicina l’ora di pranzo… ”Mamma ma è pronto?”

”Certo, devo solo guarnire le zeppole per il dottore che tra un po’ dovrebbe passare e quelle ai nonni così, tempo che cuoce la pasta, papi gliele porta, torna e pranziamo.

Ora non cammina nessuno per strada, farà presto sperando che non lo fermino per un controllo.

È vietato uscire per portare il dolce ai propri genitori.

Non è un motivo di prima necessità. Comincio a fare qualche calcolo, almeno due a persona altrimenti non avrebbe senso offrirle.

Quindi preparo il vassoio prima per il dottore, poi per i miei suoceri, poi mi è venuto in mente che al piano di sopra c’era mia nipote intenta a pitturare casa col suo compagno. Allora ho detto ad Enzo: ”dai prendi un piccolo vassoio che ne mandiamo 4 su da Denny ”.

Mio marito mi guarda e scherzando dice: ”mo mo ma rumani’ senza zeppul”

”Ma dai, esagerato!!! Ce ne sono tante ancora”.

Fatto, tutto sotto controllo, pronti i tre pacchetti da donare.

Mentre mio marito va a fare le consegne a domicilio, io inizio a preparare il pranzo e contemporaneamente devo anche guarnire le ultime zeppole rimaste per noi.

Arriva un bip al telefono, dico a mio figlio di guardare se fosse il dottore.

”Si mamma è lui, ti chiede se può passare”.

”Certo, tempismo perfetto!”

Nel frattempo calo la pasta.

Tagliatelle alla bolognese con polpette, prevedeva il pranzo del giorno.

Sento una macchina fermarsi, mi affaccio e vedo il mio dottore.

Prendo il suo vassoio e mi affretto a scendere per passarglielo dal finestrino, visto che col coronavirus non possiamo abbracciarci e dobbiamo mantenere le necessarie distanze di almeno un metro.

Arrivo giù ma si era dovuto spostare per far passare le auto (ha fatto un parcheggio veloce non proprio perfetto, tanto doveva solo prendere le zeppole ed andarsene!!!).

Allora mi avvicino e mi rendo conto che non era venuto solo ma che con lui c’era la dottoressa.

Non potevo farla andare a mani vuote, non sarebbe stato bello e mi sarei sentita malissimo.

”Dottore poteva dirmelo che c’era la dottoressa!!!”

”Dottoressa se mi da due minuti le preparo anche per lei”.

”Dai Angela non preoccuparti, non importa”.

Non importa?  Noooo non esiste, ho detto dentro di me.

”Torno subito.

Salgo su cerco un vassoio ma non ho più contenitori.

Faccio due calcoli nella mia mente 4×2=8

Prendo 8 zeppole e comincio a guarnirle.

Riprendo la sacca da pasticceria, prima la crema poi la panna ed infine il tocco finale, una puntina di marmellata di amarene…

Mi invento un contenitore di fortuna e corro subito giù a fare l’ultima consegna improvvisata.

Nel frattempo era tornato Enzo e gli avevano detto che ero andata su a prendere il dolce per la dottoressa.

Salutiamo frettolosamente e a debita distanza i dottori perché c’era una macchina ferma ad aspettare con l’autista un po’ nervoso, non perché non riuscisse a passare a causa del parcheggio di fortuna del dottore ma perché doveva parcheggiare lui la’.( maleducato ci siamo detti io e mio marito, l’avrebbe potuto dire).

Siamo tornati su e mi sono ricordata che sul fuoco avevo lasciato le tagliatelle, per fortuna le ho prese in tempo, non certo al dente, ma cotte.

Enzo invece si è avvicinato al contenitore rimasto.

”Devo fare le zeppole per la festa del papà!!! ” ha detto ironicamente e poi ha aggiunto ”mo mo avemm rumani’ senza zepp”.

Erano rimaste 11 zeppole fritte che diviso 5 compreso il nonno, erano giusto giusto due a testa, in più il pezzo della vergogna.

Però c’erano sempre quelle al forno che sembravano delle schiacciatine. Sbadatamente avevo aperto il forno durante la cottura.

Mentre metto la pasta nei piatti col sugo delle polpette alla bolognese, sento i commenti di mio marito ed i miei figli che sorridendo ma un po’ contrariati, continuavano a dire che mancava poco e saremmo rimasti senza zeppole.

”Ma dai sono giuste per oggi. Domani vi faccio le altre, non preoccupatevi”.

Così si sono rassegnati e hanno cominciato a prendermi in giro.

”Ma non potevi darne una a testa? Ma a chi altro le volevi regalare? Ma dai Angy tu e la tua generosità”.

Mentre loro gustavano la bolognese cotta😅, io ho guarnito le ultime rimaste, così a fine pasto finalmente avrebbero potuto soddisfare il loro desiderio delle zeppole di San Giuseppe.

”Mamma sono davvero buone, gusto equilibrato”, 😄ha detto mio figlio grande. Il piccolo invece voleva mangiarne 3.

Mio marito invece pensava che non ce ne sarebbero state per il giorno dopo.

Nel pomeriggio mi arriva un messaggio dalla dottoressa nel quale mi ringrazia per averla fatta ingrassare di 3 kg.

Poi ne arriva un altro da parte di mia suocera che dice: ”grazie per le zeppole erano buonissime”.

Il mio dottore nulla invece.

Così ho deciso di inviare io un messaggio a lui.

”Dottore sono state buone le mie zeppole?”

”Le mangerò stasera” risponde.

Arrivate le 21.00, mio figlio: ”mamma che c’è di dolce? Ci sono ancora le zeppole? ”

”Si sono nel frigo ma quelle al forno” ho detto.

Mentre lui va a prenderle, il dottore mi invia delle foto, vado a guardarle ed il mio cuore si è riempito di gioia e di AMORE.

Con le mie zeppole stava festeggiando il compleanno della sua cara mamma, 93 anni portati benissimo.

Arriva mio figlio e dice

” Mamma ma sono solo queste?”

”No, ci sono anche queste” e gli mostro le foto del dottore.

Anche il loro sguardo si è illuminato nel vederle.

Allora ho detto loro:

“non importa che ne sono rimaste poche per noi, vedere queste foto ha riempito il mio cuore di gioia”.

In un mondo dove si cerca di pensare solo a sé stessi, dove si fa fatica a rispettare delle semplici regole, in un periodo così drammatico, un semplice esempio di condivisione e generosità dato ai nostri figli è il modo giusto per rendere, in futuro, il mondo migliore