Racconto di Simonetta Belloni

(15 febbraio 2021)

 

 

Amore, bellissima e trasbordante di magico erotismo, possedeva il così detto sensuale strabismo di Venere, dunque le bastava uno sguardo per rendere schiave le persone, schiavi d’amore. Comincia così la sua storia, dicono che appena nata riuscì a puntare i suoi grandi occhioni blu in quelli di suo padre che, consapevole di non poter andare oltre, perse il senno e si gettò dalla finestra in preda a spasmi erotici. La madre nel medesimo istante, in preda a forte gelosia si ficcò un ferro da maglia nella gola, morì mentre un fiotto di sangue caldo, colando giù verso il seno si univa al bianco latte, andando a nutrire la piccina. Crebbe così per diversi anni nelle case dei parenti ma ogni volta arrivava un momento in cui se ne doveva andare perché succedeva sempre che qualcuno perdesse la vita in circostanze oscure, ancora bambina fu allontanata definitivamente dalla famiglia che ormai le aveva dato l’appellativo di cùculo, quell’uccelletto vorace ed insaziabile che nasce da un uovo lasciato dai genitori nel nido di altri uccelli, dove viene covato inconsapevolmente insieme alle altre uova fino al momento in cui avviene la schiusa e il pulcino, dotato di geni straordinari atti alla sopravvivenza, riesce a far morire tutti gli altri piccoli nati dalla covata  rubando loro il cibo e facendoli quindi deperire fino alla dipartita, oppure spingendoli irrimediabilmente fuori dal nido, per poter crescere unico uccelletto sano e forte.

Amore, dotata del più subdolo egoismo prese sempre a piene mani senza dare mai nulla in cambio, ingannando chi le voleva bene e addirittura denigrandolo, dato che per lei l’amore non era altro che un nome che le era stato imposto. Ma la gente è strana quindi, si ritrovò senza fatica alcuna, adorata ed innalzata a dea. Il portamento, gli sguardi allusivi che lasciavano folgorati i riceventi, il fisico statuario ed il viso d’angelo, facevano di lei una vera fuoriclasse. Ma non è tutto oro ciò che luccica e, come il rovescio di ogni medaglia, dietro a cotanta beltà si nascondeva un cuore freddo come ghiaccio e duro come la pietra. Le riusciva proprio bene fingere, consapevole del fascino che emanava, riuscendo ad ottenere sempre tutto ciò che voleva e ancor di più, dalle persone che sapeva irretire con le sue lusinghe.

Amore, sapeva attrarre a sé le persone per ridurle in schiavitù, le spolpava di ogni sostanza e poi, una volta stanca del gioco, si negava loro lasciandoli nella più tetra e straziante solitudine, questo era il suo più grande godimento. Amore, chiamata così dal medico che, assistendo alla sua nascita riuscì a vederla per un solo attimo, il tempo che bastò prima di recidersi accidentalmente una arteria e, morendo dissanguato in pochi istanti, ebbe modo di ripetere quella sola parola … “amore”

Amore, bella e maledetta giocava con i sentimenti pur sapendo di fare molto male ma gli anni passavano anche per lei e arrivò il giorno in cui, guardandosi allo specchio, si accorse di alcuni piccoli segni sul suo viso. Piccole rughe nascevano ad incorniciarle quegli occhi magnetici, forse rendendola ancor più interessante ma lei non la pensava assolutamente così e, per cercare di eliminarle, si inventò un metodo e credendolo efficace lo applicò a se stessa, prese una candela accesa  e fece colare goccia dopo goccia la cera bollente fino a coprirsi gli occhi.

Non sentì nemmeno il dolore, convinta com’era di ottenere un ottimo risultato, era ferma sostenitrice del fatto che, se belli si vuole apparire, per forza bisogna soffrire ma quando, passato il tempo che le pareva necessario per ottenere il miracolo, cercò di liberarsi da tutta quella cera ormai rappresa, si accorse di non veder più nulla.                                                        L’ira che la colse fu devastante, urla di rabbia risuonarono a lungo in lontananza, nel giro di poco tempo gran parte dei suoi schiavi spasimanti vennero a conoscenza dell’accaduto e,  non resistendo all’avvenuta tragedia, si organizzarono per provocare un suicidio di massa, sapevano che soltanto con quel gesto eclatante la bellissima Amore non si sarebbe potuta sentire sola.

Altri invece, credendosi più furbi e sostenendo che il mal comune sia mezzo gaudio, studiarono bene la dinamica dell’accaduto e cominciarono dunque ad eseguire lo stesso rituale antirughe su se stessi, ottenendo ovviamente lo stesso medesimo risultato della loro amata, rimanendo però felici e contenti di aver saputo farsi pregio dei consigli della loro famosa influencer. Amore, bella e maledetta ed ora anche cieca e sfigurata, si è ritirata a vivere in una caverna scavata dalle acque del mare ai margini di una scogliera, senza per altro poter godere del panorama mozzafiato e dove ogni tanto, qualche turista sbadato, gettando a terra chi un tozzo di pane d’avanzo, chi le bucce di un frutto, inconsapevolmente contribuisce a nutrire quella bestia che è Amore, senza nemmeno sapere del pericolo di poterla scorgere guardando il panorama in lontananza, così da doverle inesorabilmente lasciare il cuore.