Racconto di Kenji Albani
(seconda pubblicazione – 21 aprile 2020)
Adorava i concorsi di bellezza, adorava sfilare. In costume da bagno, in abito da sera, con un bel numero alla vita e tutti la guardavano, tutti facevano «Oooh!», tutti le scattavano delle foto, la ammiravano.
E poi che emozione quando quella volta il presidente della giuria l’aveva chiamata e le aveva detto: «Brenda, ti incorono miss…».
Adesso Brenda Zeta non ricordava bene cosa avesse detto. Maledetto Coronavirus. Brenda camminava per le strade della metropoli e si sentiva a disagio. Nessuno la guardava perché aveva il volto coperto dalla mascherina e quindi truccarsi era inutile, nessuno le faceva un fischio perché tutti erano troppo distratti.
Che poi, si sarebbero più ricordati di lei?
Brenda non amava l’effetto collaterale del Coronavirus che portava la gente a dimenticare il passato, ma anche il presente e le aspirazioni del futuro. Chi si ammalava scordava tutto, persino chi fosse. Era uno sfacelo, nessuno ne era immune.
Brenda era terrorizzata all’idea di dimenticare ogni suo bel ricordo, ma il fatto che non ricordasse più il nome di quel concorso la faceva atterrire. Pure lei si era ammalata!
Brenda non voleva, avrebbe preferito tutto, ma non quello.
Dimenticare.
Era orrendo.
Ma il virus dilagava e tutti dimenticavano. Gli stessi infermieri e medici non avevano più in memoria cosa fare e cosa non fare, ormai erano in milioni a soffrirne. Non ne morivano, pochissimi morivano, ma tutti gli altri non avevano più nulla in mente. Avevano una memoria da pesce rosso.
Brenda decise di segnarsi tutto su un diario. Non avrebbe certo dimenticato di leggere, no? Allora scrisse su un diario di quell’esperienza ma la parola, il maledetto verbo incorono la fece rabbrividire. Le ricordava troppo il Coronavirus! Decise di continuare a scrivere, ma non ci riuscì. Le era sfuggito di mente il nome del concorso. Era… era… proprio non lo sapeva. Si era ammalata pure lei.
Ma di una cosa fu felice, Brenda. Il suo cognome, Zeta, l’ultima lettera dell’alfabeto. Lei sarebbe stata l’ultima a dimenticare ogni cosa proprio per questo.
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