Racconto di Anna Maria Calò

(5 gennaio 2021)

 

 

Credo di averla già raccontata questa storia e, comunque, voglio ugualmente correre il rischio.

Era la sera del 5 gennaio di moltissimi anni fa, circa 40/45, non saprei dirlo con esattezza.

Mio padre decise (perché era lui che prendeva queste decisioni fondamentali) che saremmo usciti tutt’e quattro. Mia madre ci coprì ben bene (a me e mio fratello) e con la Opel Kadett 1000 GL color crema andammo a Lecce. All’epoca la festa dell’Epifania era ben più importante per noi bambini rispetto al Natale, tanto più che da casa nostra Santa Clause non era proprio passato.

Lo scopo di quell’uscita (alquanto rara) era per i miei genitori “comprare” in extremis e di soppiatto i regali da parte della Befana. Raggiungemmo le bancarelle e mio padre, probabilmente (ma non ne sono troppo sicura), fece l’acquisto molto velocemente, avendo cura che noi non ce ne accorgessimo. Rientrati a casa, giunse presto l’ora di andare a dormire perché quella notte avremmo avuto visite importanti, ma solo se avessimo subito dormito.

Io no me lo ricordo se mio fratello fosse ancora sveglio quando mia madre entrò nella nostra stanza per posare sul suo letto un unico pacchetto incartato con una carta oleata di colore rosa. Io, però, avevo ancora gli occhi spalancati e mi accorsi di tutto e, in ogni caso, quel tipo di carta regalo il giorno dopo qualche dubbio di certo me lo avrebbe fatto venire.

Fatto sta che in quell’occasione scoprì che la befana non era vestita alla romana, ma in camicia da notte e che a casa mia portava solo regali cumulativi. Vale a dire un gioco per giocare in due, da bravi fratelli. E siccome la fortuna mi voleva fortemente maschiaccia, si faceva presto a trovare qualcosa che andasse bene per entrambi. Quella volta ricevemmo un set di radio ricetrasmittenti che funzionarono solo qualche giorno (erano pur sempre un balocco), ma io e mio fratello continuammo lo stesso a giocarci per mesi, simulandoci agenti segreti. investigatori privati e quant’altro. Le bambole non mi sono mancate mai molto, anche perché con l’arrivo di mia sorella (più giovane di me 7 anni), durante l’adolescenza con qualcosa del genere riuscii pure a giocarci, ma sono cresciuta lo stesso senza turbe, forse…chi può dirlo? Andò peggio alla piccola qualche anno dopo perché il suo primo Ciccio Bello fu nero in quanto quelli biondi la Befana li aveva terminati tutti! E, ahimè, quel bambolotto ebbe un destino veramente ingrato per un giocattolo: rimase intonso per sempre!

Ma quelli erano altri tempi!