Racconto di Raffaella Bagni

(Pubblicazione 15 ottobre 2019)

 

 

Notte di sonno agitato.
Una spada di luce oltrepassa la finestra e deviando si infila proprio tra le colline dei pettorali.
Corre in doccia e torna a stendersi sul letto accanto a lui. E’ fresco e profumato, come il lenzuolo sul filo in giardino, col mare all’orizzonte e la salsedine infilata tra le fibre di cotone.
Si avvicina un centimetro alla volta, piano e senza dire nulla attacca la pelle alla sua.
Come un sarto che imbastisce un vestito, vuole creare un corpo unico fatto da loro due.
Lui ancora dorme, ma le palpebre iniziano a tremare e il respiro cambia intensità.
Inizia a disegnare piccoli cerchi sul suo petto, sulle spalle grandi e forti.
Un sorriso leggero si accende sul suo volto.
La spada di luce ora è sul collo, si vede l’arteria pulsare ed accelerare.
Sorridono insieme.
Fa’ per spostare il peso del corpo sul suo, ma lui si muove nello stesso istante mettendosi sul fianco.
Le sue spalle sono la base e il limite superiore di un muro di freddezza che d’improvviso si è eretto tra loro.
Sente che i suoi occhi sono aperti dall’altra parte della stanza.
Resta immobile mentre immagina i suoi pensieri, cerca di leggere il linguaggio del suo corpo e riprende a muovere le dita su di lui.
Se si fermasse sarebbe la fine e lui, è appena all’inizio.
Il suo battito rallenta, il respiro si fa normale.
Il desiderio si spegne e si fa flebile come la fiamma di un cerino sotto le lenzuola.
Torna sulla schiena scollando la pelle dalla sua, dubbioso.
Lui va in doccia e il cerino si riaccende.
Ha già in mente la prossima mossa la sua bocca è avida.
Passano dieci minuti, poi venti.
Esce dal bagno mentre picchietta coi polpastrelli il dopo barba.
Afferra la camicia abbracciata al maggiordomo in legno e dice: vado a fare il caffè, ho un appuntamento tra 20 minuti.