Racconto di Luisa Frosali

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Geraldina pulisce, riordina la sua scrivania. È talmente pulita e ordinata che, fra tutte le scrivanie degli uffici, è, senza ombra di dubbio, quella in assoluto, la più immacolata. Quando esce dal bagno, una scia del suo profumo, Acqua di Colonia, pervade i corridoi che Geraldina attraversa fulgida e leggiadra.

La Dottoressa Postiglione, detta il Minotauro, sorveglia l’arrivo dei suoi fedelissimi collaboratori come un falco ed ogni mattina trova loro una cosa o più cose che non vanno. Gli unici che si salvano regolarmente dal suo severo scrutinio sono Geraldina ed il centralinista Zeno, che, guarda caso, anche se vanno super d’accordo, non lo danno a vedere così da evitare le invidie e le gelosie dei loro colleghi che, al contrario, non si possono vedere.

“Quella che indossa, Piattelli, le sembra una cravatta adatta ad un luogo pubblico?!” chiede purpureo il Minotauro. L’uomo si ferma stupefatto a rimirare la sua cravatta di pura seta addobbata da cuoricini infranti. Un dubbio lo assale ma, incapace di alcun pentimento risponde: “Dottoressa Postiglione la mia compagna mi ha appena lasciato” e proprio mentre il Minotauro sta per sputare uno dei suoi verdetti al vetriolo, Geraldina l’affianca.

“Dottoressa Buongiorno”.

“Anche a lei Cardellini” cinguetta il Minotauro “ma lo sa che il raffreddore mi è completamento passato?!”

“Lieta di esserle stata d’aiuto” e, contenta dalla bella novella, Geraldina si dirige, gongolante, verso la sua luccicante scrivania.

“Incredibile! Ieri era piena come un uovo e oggi è completamente guarita, ma come è possibile?!” mormora ossequioso il Piattelli.

“Non sono fatti suoi ma siccome sono di buon umore, ho deciso di fare un’eccezione”.

“Grazie Dottoressa” .

“Ebbene, sotto invito della sua gentile collega, ieri sera ho battezzato il congelatore di casa mia”.

“Ha battezzato cosa?!”

“Il congelatore” ha ripetuto il Minotauro a cui si stavano gonfiando le narici.

“Ma questa è pura follia!” ha gracidato l’uomo che, ignaro, adesso si sta stringendo la cravatta intorno al collo quasi a volersi impiccare.

“È vero. Era gratis, però” e sempre guardando in cagnesco il suo collaboratore aggiunge “Sarà anche folle, come dice lei, ma, di tanto in tanto, fa bene fare qualche pazzia” e guardando con disgusto la cravatta dell’uomo, ringhia “Di tanto in tanto, Piattelli! Non so se ha capito!” Probabilmente no.

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