Racconto di Andrea Camilleri

 

 

Pare che quanto prima sarà messo in atto un provvedimento volto ad assestare un colpo mortale alla formazione di code più o meno lunghe davanti agli sportelli degli uffici pubblici. Consisterebbe nell’assegnare a ogni impiegato un tempo determinato per il disbrigo di ogni pratica: se tale tempo viene superato, l’ufficio viene ristrutturato. Come tutti sapete, “ristrutturazione” è parola minacciosissima. Credo di non essere stato chiaro nella spiegazione del provvedimento, ma tanto ho capito. Questo poco però mi basta per dire che tutta la faccenda mi pare una solenne utopia (chiamiamola così).
A mio avviso, non si tratta di tagliare la coda, ma la testa. Non quella dell’impiegato, per carità. Ma potare le norme, i bolli, le firme, le “adempienze” alle quali il povero impiegato è tenuto e che allungano incredibilmente i tempi per il disbrigo di ogni sia pur trascurabile pratica. E poi voglio dirla tutta: sento dovere di dichiararmi contrario al provvedimento, io sono per il mantenimento delle code.
Ci pensino bene i riformatori. Le code, tanto più sono interminabili, tanto più sono utili ai rapporti umani: conosco vedove che si sono risposate con vedovi incontrati durante la coda per la riscossione della pensione, persone diventate amiche, solitari per destino e non per vocazione che hanno trovato una nuova famiglia.
La cosa giova alla cultura: si leggono giornali, si parla di quello che si è visto in tv. Un mio giovane amico, dottore in legge e fattorino per necessità, ha letto tutto Proust davanti a uno sportello di conti correnti. E infine la coda serve a scaricare le tensioni accumulate: la stanchezza, il nervosismo, la consapevolezza del tempo perduto, spesso trasformano i codanti (si può dire) in esseri imprecanti, ululanti.
Poi tutto finisce lì, dentro le mura di un ufficio.
Ve l’immaginate se i codanti sfogassero la loro rabbia in famiglia o sulle piazze? La rivoluzione francese diventerebbe, a paragone, una fiaba per bambini.
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Questo racconto è stato scritto un po’ di tempo fa, ma tuttora, la digitalizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione non riesce a limitare il tempo che cittadini e imprese devono passare in coda agli sportelli.
Solo la pandemia ci è un po’ riuscita, anche con lo SMART WORKING ma a scapito di forti e incresciosi ritardi che spesso sono sfociati in errori e incomprensioni.
LA REDAZIONE