Theinceptionist
Redazione – racconto che amplifica ed estremizza l’abitudine di conoscersi in chat ed avere appuntamenti al buio che potrebbero rivelarsi pericolosi.
Ne ero innamorato, lei era tutto per me ancor prima di conoscerla dal vivo.
Presi tutte le precauzioni possibili prima di partire per avere la certezza che la persona che avrei dovuto incontrare fosse davvero chi diceva di essere; avevamo fatto diverse videochiamate e lei era sempre radiosa e bellissima.
Aveva occhi verde acqua, Capelli castani lunghi che sembravano i fili della più pregiata tra le sete esistenti al mondo, un fisico che avrebbe fatto invidia alle più belle modelle italiane e un sorriso che toglieva il fiato.
Dopo qualche mese che ci sentivamo mi propose di andarla a trovare per il suo compleanno.
Preso dalla passione attrattiva che possedevo verso di lei, accettai senza esitare e senza chiedermi perché tra mille ragazzi più belli e più divertenti ne avesse scelto proprio uno a chilometri e chilometri di distanza.
Mi sono fatto cinque ore di treno sfiancanti, a causa del forte desiderio di vederla e conoscerla finalmente da vivo, domandandomi in ogni momento del viaggio se fosse stato tutto uno scherzo architettato per farmi soffrire e se si sarebbe presentata davvero.
Arrivato in stazione sentii un senso d’oppressione magari dovuto al fatto che non fossi abituato ad andare in posti con così poca presenza di persone dato il fatto che provenivo da una popolosa città laziale e che lei era invece una marchigiana.
Nell’aria sentivo un non so che di inquietante che aleggiava libero in tutto quel paesino sperduto ma vedendolo come stress post viaggio non ci ho fatto troppo caso.
Non arrivò all’orario prefissato ma invece di arrabbiarmi ne rimasi assolutamente incantato e il suo sorriso è riuscito a smorzare ogni mio sentimento negativo.
Dopo un saluto e un bacio intenso e inaspettato mi ha proposto di andare in un posto decisamente insolito per un compleanno al cimitero del paese, però dopotutto era halloween e non ci feci troppo caso prendendola come una proposta per fare qualcosa di diverso ed elettrizzante.
Il suo sorriso ad ogni passo diventava sempre più radioso con qualche nota maniacale e iniziai a sentirmi leggermente a disagio e quasi le proposi di tornare indietro se non fosse che ormai eravamo arrivati.
Davanti a noi si estendeva imponente una chiesa antica sulla cima di una collinetta proprio al centro di quello sperduto cimitero.
Ci sedemmo sulle scalinate e non o potuto far a meno di notare la tristezza delle lapidi in triste e smussata pietra per le persone che probabilmente erano le più povere a differenza di quelle ricche con lapidi marmoree e perfette.
Ho distolto lo sguardo per potermi finalmente concentrare su di lei, il tramonto risaltava i suoi bellissimi occhi e le sue splendide e calde labbra color rosso carminio; la serata si stava preannunciando come una delle migliori della mia vita ma dal nulla spuntarono dei nuvoloni neri carichi di pioggia che hanno portato a farci rifugiare all’interno della chiesa
Eravamo già fradici, la tempesta non aveva aspettato che fossimo al sicuro prima di scaricarsi potentemente al suolo, una serata perfetta si era trasformata in rovinata in solo pochi minuti e l’interno della struttura non poteva di certo aiutare dato che eravamo circondati da loculi e tombe di chissà chi.
Nonostante tutto lei continuava a sorridere e quella volta finalmente avevo capito che il suo essere maniacale non era solo nella mia testa ma che era reale.
Mi stavo allontanando spaventato da lei chiedendole se ci fosse qualcosa che non andasse ma lei senza rispondermi si era scagliata su di me facendomi indietreggiare e sbattere la testa sullo spigolo di una tomba che mi ha portato a svenire.
Mi sono risvegliato con un forte mal di testa e la vista annebbiata, lei era sopra di me che rideva in molto alquanto sadico ed inquietante.
Provai inutilmente a dimenarmi ma la sua presa era stranamente troppo forte nonostante l’effettiva differenza di fisicità che di norma mi avrebbe portato alla superiorità.
Dopo qualche attimo ho sentito delle ossa che si spezzavano; erano le mie braccia, stavo urlando da dolore, me le aveva spezzate senza il minimo cenno di fatica.
Stavo piangendo a dirotto per non aver pensato alla stranezza di essere portato in cimitero tra tutti i posti isolati che ci potessero essere, piansi perché ormai avevo capito che il suo unico desiderio era, fin dall’inizio, quello di portarmi in trappola.
Nel frattempo che piagnucolavo lei mi stava letteralmente iniziando a divorare partendo dalle gambe; i suoi occhi verde acqua si erano ormai tramutati in color rosso sangue e dalle sue labbra colava il mio caldo sangue che stava sporcando il pavimento della chiesa.
Dopo vari minuti avevo raggiunto la soglia massima di dolore tale per cui non riuscivo a sentirne più. La vista mi si stava appannando sempre di più, dentro di me sapevo che la fine era imminente e l’unico pensiero che riusciva ad aleggiare in me era la speranza che nessun’altro cadesse nel tranello demoniaco chiamato amore.
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